Tutto cambia e si trasforma, nulla si distrugge!

Preso a prestito un noto aforisma
per un periodo che focalizzo in due foto rappresentative

Iniziato 10 anni fa con Davide Dattoli all’apertura della prima sede di Talent Garden Brescia.

insieme a divulgare la cultura dell’innovazione e l’ecosistema delle startup

oggi ultimo al mio desk a Brescia
in ristrutturazione locali per la nuova gestione

Con il termine del 2022 cessa l’attivita locale di Talent garden in #brescia (le altre 18 sedi, di cui 8 all’estero, rimarranno attive)

Lasciando
il proseguo di presidio a Smart Future Academy smartfutureacademy.it
Un’associazione no profit che si occupa in modalità più focalizzata di orientamento dei giovani nel mondo del lavoro.
Scenario ed attenzione che anche Talent Garden ha fortemente sostenuto in questi anni e proseguirà a svolgere sempre con una maggior attenzione agli aspetti formativi e alla valorizzazione delle risorse umane.
Entrambi mantenendo anche in tutte le sedi, Bresciana ed ovunque nel mondo per Talent Garden, l’ospitalità in coworking di professionisti del mondo della comunicazione, del digitale e innovazione.
In quei locali e in altre sedi di Talent Garden sono nate e proseguiranno le mie attività come b-farm.it le due startup sgush.com e taskupper.com con le iniziative editoriali di opinions.b-farm.it e incontra.sgush.com
 

Un arrivederci al prossimo anno
che dovrebbe vedere nuovi traguardi
nel crescere di quelle esistenti
ed il nascere di altre nuove iniziative!

Chi ha in mano i soldi vince, sempre!

L’Articolo Quinto non perdona, mai!

Avete venduto o svolto un servizio, ed emessa la fattura pensate di poter essere pagati per il buon lavoro svolto? Avete fatto il bonifico per quella cosa ben descritta e presentata, ma forse restà un sogno?
Chi ha i vostri soldi o la vostra merce, due volte su tre o non pagherà proprio o consegnerà qualcosa che ne è lontamente un idea. Forse salderà con un ritardo che i vostri debitori dovranno subire. “Rimettete i debiti ai vosti creditori” è una preghiera in disuso!
Cosa si può fare per evitare fastidi ed a volte grossi problemi, per gli acquisti e le vendite importanti effettuati a livello personale o aziendale ?

Il controllo della moneta

E' una questione antica quanto il denaro stesso e la situazione non è cambiata molto nel corso dei tempi, sebbene a livello globale gli strumenti finanziari siano evoluti, la sostanza non cambia.E’ una questione antica quanto il denaro stesso e la situazione non è cambiata molto nel corso dei tempi, sebbene a livello globale gli strumenti finanziari siano evoluti, la sostanza non cambia.

Ciò che è cambiato è la gestione del rapporto tra le parti nello scambio di merce e denaro, tra chi vende e compra. Nel contesto sociale emergono ed incidino il forzare condizioni contrattuali, quando non siano eque e garanti in ogni lato della contrattazione economica. Nel suo impatto sulle persone e sulla società, nella loro onestà e serietà di pagare i fornitori o rispettare sempre il cliente, ogni acquisto e vendita può rivelarsi un danno irreparabile al nostro futuro di persone ed aziende. 

Non è sempre cosi

In un ristorante, o nel comprare un bene in un negozio, si ha modo di verificare preventivamente se quanto si stia pagando sia coerente nel prezzo praticato. Ma anche in questi casi non sempre a posteriori tutto si rivela vero per come presentato o esposto. Il cibo non è all’altezza del prezzo, il maglione al primo lavaggio diventa importabile. Ma attenzione a nuovi attori, come gli strumenti dei social network e la reputazione, giocano la loro parte. Elemento da non sottovalure anche in tutti gli altri casi di compra vendita!

Poter saldare dopo averne valutato il prodotto renderebbe maggiore controllo e sicurezza oltre maggior guadagno a tutti. Poter offrire di pagare dopo aver provato il prodotto per garantire una maggiore tutela, significa il provare la serietà di ciò che si offre nell’esserne fautore d’acquisto, per chi si proponga come venditore in rete e nel rapporto diretto agli aquirenti, sempre più attenti al confronto con altre proposte.

Compro in rete o da fornitori affidabili

Sempre più persone preferiscono acquistare prodotti e servizi online, anche perché questa modalità risulta essere spesso conveniente. Tuttavia, bisogna prestare molta attenzione ai venditori che si scelgono, in modo da non incappare in truffe o in prodotti non conformi alle proprie aspettative.

Nel confrontarsi con altri spesso si ottengono falsi riscontri: A me non è mai capitato! Vedo, cerco e guardo, mi informo prima quando compro in rete! Pondero rapporti nel tempo ed esperienze fatte! Leggo le recensioni prima di comprare. “Non ho mai avuto o subito grossi problemi”.

Cosa si nasconde con questa ultima frase?

Per certo nessuno pubblica nei social network o ne se fa vanto dell’essere “stato fregato”. Sia che il “bidone” sia stato subito dall’aquirente o dal veditore. Al massimo sui giornali spicca la notizia generalista dell’ennesima truffa, ma solo quando sia a danno di molti.

Se ne ritrova una folta casistica di truffe censite che consentono di misurare quanto questo fenomeno sia diffuso e sia capitato a tanti, compratori (buyer) o bidonati venditori (seller), tutti “silenti” danneggiati che vivono alla porta accanto.

 

Ogni giorno ci sono persone che comprano da fornitori inesistenti e venditori che vengono truffati da acquirenti presentatisi con i migliori auspici in rete o nel rapproto diretto. Nessuno ne è esente: anche l'abituale fornitore, al  pari di ogni miglior cliente di sempre, può essere vittima di ogni possibile evento e ritrovarsi a doverti rispondere "mi spiace"

Ogni giorno ci sono molte persone che hanno comprato da fornitori inesistenti e venditori che vengono truffati da acquirenti presentatisi con i migliori auspici. Accade in rete o nel rapporto diretto. Nessuno ne è esente: anche l’abituale fornitore, al  pari di ogni miglior cliente di sempre, può essere vittima di ogni possibile evento, ritrovarsi a doverti rispondere “mi spiace”.
Volendo aggiugere, e dispiacendosene, che spesso sia vano ed assente il poter averne ragione nei processi legali e giudiziari.

La guerra

A peggior ragione, quando questo sia parte di un lavoro, o debba e possa essere contestatabile in una fornitura importante o strategica. Come si fa a essere sempre sicuri di un pagamento coretto di un prodotto consegnato nei tempi previsti e che risponda a quanto ordinato? E’ impossibile potersi permettere di ricorrere a tutte le forme legali, spesso procedure lunghe e farraginose, che diventano questioni di principio e non risolvono il danno non ripagando del dovuto o non risolvendo le conseguenze!

Lasciando a parte ogni considerazione di dettaglio, che sia il conseguo degli imprevisti che possono capitare a chiuque, vista la variabilità di certezza che pervade ogni nostro intorno nel mondo. Aspetti che possono toccare pesamente ed improvvisamente ognuno di noi (#pandemia, #guerra, #carestia sono eventi imprevedibili) in un cosi fragile e precario equilibrio che abbiamo vissuto e in cui continuiamo ad essere tutti noi.

Benché ci siano norme a tutela del consumatore e considerato il valore della transazione o del danno: non è sempre consentito e conveniente ricorrere a vie legali.
In sostanza e per ribadirlo: chi ha in mano i soldi vince, sempre! L’art. Quinto sta nascosto in ogni accordo.
Soprattutto quando non si ha nulla da perdere o si subisca una situazione di forza maggiore, come nel caso di aziende o multinazionali.

Posso farla pagare dopo.

La chiave di successo sarebbe il poter pagare “dopo aver consumato e usufruito”, tutelandosi con tutte le garanzie del caso. Pagando dopo, come si fa spesso nelle forniture aziendali, ma forzando il fornitore a rischiare per poter vendere.
Ma anche in questo caso, come spesso accade, il cliente può diventare colui che crea il danno: non pagando per ciò che ha ottenuto e usato. O peggio insoddisfatto del servizio o del prodotto ottenuto, anche senza ragion veduta, decida di minare la reputazione, usando ciò che la rete impunemente spesso consente in frasi e post diffamatori, anche ove siano solo pretestuosi o prevenuti.   

Non c’è peggior beffa che lavorare per non essere saldati del giusto compenso di prezzo praticato, tanto più se il servizio o prodotto sia veramente valido ed alla altezza delle migliori aspettative vantate. Vedere anche solo sporcata la propria reputazione costruita in anni di onesto impengo forse crea maggior danno e frustrazione.

Vendere e comprare senza essere bidonati o beffeggiati.

Sono state create semplici soluzioni in cui è possibile facilmente ricorre all’utilizzo di forme lecite e garanti degli interessi reciproci: nell’acquisto o vendita di beni dove sia contrattualizzato l’oggetto o il servizio venduto o comprato, coesistendo processi di tutela che risolvano ogni contezioso tra le parti. Evitando a tutti annose insidie ed il correre inquietanti rischi negli acquisti e vendite.

Fortunatamente oggi sono state create soluzioni in cui è possibile facilmente ricorre all'utilizzo di forme lecite e garanti degli interessi reciproci: nell'acquisto di beni dove l'oggetto o il servizio sia contrattualizzato, coesistendo forme di garanzia che risolvano ogni contezioso tra le parti. Evitando tutti queste annose insidie ed il correre inquietanti rischi negli acquisti e vendite.

Oggi esiste una soluzione strutturata di taskupper per l’ Escrow e la Dispute Resolution facilmente attivabile.  Termini complessi, a cui è necessario dare miglior e semplice spiegazione del come funzionano e cosa siano. 

Come funziona

Il compratore (buyer) paga anticipatamente (o destina il finanziato diversamente a rate) ad un conto corrente (garantito da una struttura a controllo notarile). Garanzia reciproca per chi compra e vende. Il venditore (seller) ottiene cosi la certezza di essere pagato per il valore e la serietà che offre. Per chi compra (buyer) di pagare valutato il prodotto ricevuto o servizio erogato. 
 
Il compratore (buyer) riceve la merce (un auto, un orologio, un mobile o oggetto tecnologico) che sia un bene o un servizio (studio e analisi o elaborazione e realizzazione di un lavoro, anche immateriale come un file). Per poi, solo poi, poter confermare di procedere al:

  1. pagamento al venditore (seller)
  2. aprire una contestazione

Senza entrare nel legalese vediamo cosa prevedere l’uso di queste soluzioni in questo secondo caso. 

La piattaforma con tre fasi definite e valore legale, derime con certezza di soddisfazione reciproca ogni aspetto entro 45 giorni, con l’assistenza o meno di figure professionali adeguate. Trattando elettronicamente e digitalmente i sigoli casi, in modo e sviluppo specifico. A partire dal “vale meno o non è cio che si prometteva”, per passare al “mi manca e non è come o non capisco come si faccia” o si arrivi al “rendo la merce e i soldi anticipati mi vengano riaccreditati”.

Nulla di nuovo

Spesso la verità viene sempre a galla per ogni facile proposta solo con una attenta analisi di ogni altro strumento analogo già offerto: Piattaforme di pagamento (sistemi elettronici e digitali) o d’offerta prodotti (portali e sito d’acquisto), dove la tutela avviene, più o meno palese nel rispetto di cavilli o di prassi delle norme legali, a favore del venditore (seller) o solo ottenibile in modo molto oneroso per l’acquirente (buyer).

La soluzione offerta da taskupper è l'unica che tutela pariteticamente e senza interesse di parte, oltre il compratore (buyer) pure il venditore (seller), ove anche le ragioni della contestazione siano fonte di dissapori e incomprensioni da chiarire, perchè la soddisfazione reciproca è il vero fine e guadagno del diffondersi d'uso di taskupper

Oppure dove la condizione tutelante viene vantata come argomentazione di vendita e rispettata per l’acquirente con la facoltativa disponibilità al solo reso gratuito. Pratica effettuata da molti siti di ecommerce (amazon ne è forse il maggior fautore) e  da altri note iniziative, che usano il reso gratuito come sistema di tentata vendita.
Tutto questo avviene in danno del venditore o di costi indiretti affogati e subiti dall’acquirente nei prossimi acquisti, ed in subordine d’abuso del costo sociale che ne consegue. Tema che, con l’attenzione crescente all’emergenza della sostenibilità ambientale ed economica, dovrebbe trovar trovare e aver ragione di altre evidenze  che avvengono e sono sostenute a danno di tutti. 

Ma sopratutto tutte queste altre soluzioni non presentano alcun processo di risoluzione della disputa, tesa a farne ragione anche di piccole e marginali interpretazioni, per farne il successo di soddifazione del cliente e minor numero di resi al fornitore. Contenendo il rischio di commenti reputazionali negativi, favorendo viceversa i chiarimenti o le soluzioni, divesamente ottenute nella soluzione delle controversie, spesso involontariamente nate.

Ritroviamo dal nostro passato, conosciute e storiche forme di pegno e cauzione di origine bancaria (fideussione e lettere di credito) o il semplice contrassegno, che però si limitano al garantire la somma dovuta e pagata, non le condizioni non previste o soddisfatte. Nessuna trattazione o vincolo per eventi che possano insorgere ed essere oggetto di contestazione e contenzioso da ambo le parti. Conseganto e pagato, cosi come è.
 
La soluzione offerta da taskupper è l’unica che tutela pariteticamente e senza interesse di parte, oltre il compratore (buyer) pure il venditore (seller), ove anche le ragioni della contestazione siano fonte di dissapori e incomprensioni da chiarire, perchè la soddisfazione reciproca è il vero fine e guadagno del diffondersi d’uso di taskupper

Chissa quanto costa

I soli costi da sostenere saranno solo applicati in caso di utilizzo. Ripartiti equamente trattenuti nell'importo pattuito di compra vendita, in percentuale al decrescere proporzionale del valore trattatoCodificarsi costa nulla, per non restare “pollo e preda” o “mercè di commenti delatori”. Scelta valida nel poter anche solo utilizzare taskupper per verificare il valore e serieta dell’offerta del venditore o della solvibilità dell’acquirente. In antitesi del dar valore alla serietà e garanzia del proprio prodotto o servizio o della capacità di pagare.

I soli costi da sostenere saranno solo applicati in caso di utilizzo. Ripartiti equamente trattenuti nell’importo pattuito di compra vendita, in percentuale al decrescere proporzionale del valore trattato. Già comprensivi di ogni operazione bancaria (bonifici) e professionale nella trattazione (tenuta e garanzia notarile delle somme versate) di cui null’altro è dovuto e trattenuto.

L’uso di professionisti per attività legali di mediazione e arbitrato sono codificati ed a carico del richiedente nella ragione e facoltà del diritto di attivarli e utilizzarli.

Finanziabilità reciproca

Tutto sembrerebbe funzionare, ma solo se si hanno i soldi da dare in anticipo da parte dell’aquirente (buyer) o la capacità di finanziare le vendite (in attesa di ricevere il pagamento e superare i 45 giorni del maturare la possibile ragione della contestazione) per il venditore (seller).

Anche in questi casi taskupper affianca gli utenti del proprio servizio, per rispondere alle esigenze di poter:

  • pagare a rate dell’acquirente (buyer) o di finanziare le vendita in attesa di ricevere le somme del veditore (seller)
  • formule vantaggiose d’anticipazione creando alternative linee di credito, per le aziende o una pronta disponibilità per i propri acquisti e forniture del seller 

Lo utilizzerò quando mi serve

Questo è quello che accade quando si scopre di non avere il backup del telefonino o del computer, rottosi o perso. Quanto mai non ci si sia adoperati per tempo ad attivarlo!

Alcuni detti e modi di dire lo raccontano meglio:

  • E’ inutile piangere sul latte versato
  • Quando il dentifricio è uscito dal tubetto non si può rimettere dentro.

Ora per allora

Una facile procedura gratuita on web consente di codificarsi e predisporne l’utilizzo senza onere. Superando e certificando la bontà dei propri e reciproci mezzi e fini.

Questi ultimi non sono aspetti da poco, quale strumento adatto ad essere deterrente per evitare il dispiacersi di truffe ben articolate, sia che si venda o acquisti, nei confronti di altri problemi legali (incauto acquisto e verifiche antiriciclaggio o antimafia). Senza nulla togliere al vantaggio del presentarsi con soluzioni come questa che significa essere un buon compratore o venditore, sempre e per chiuque!

Una facile procedura gratuita on web consente di codificarsi e predisporne l'utilizzo senza onere. Superando e certificando la bontà dei propri e reciproci mezzi e fini.

Registrarsi ora , tanto più che farlo è gratuito oggi, significa essere pronti a cogliere tutti i vantaggi offerti da soluzioni come questa. Invitando all’occasione il buyer (compratore) o seller (venditore) con cui si sta contrattando un acquisto o vendita ad utilizzare questa soluzione, per tutelarsi e trarne una tranquillità reciproca, anche solo preventiva ed impagabile nel tempo, nel vero senso della parola!

Quali altri vantaggi

Senza considerare che ogni giorno, e maggiormente in futuro, i modelli di commercio e digitali disintermediano il rapporto diretto, favorendo chi possa o si ritrovi a farne uso, nel vendere, pagare, acquistare in maggiore tranquillità e tutela reciproca.

Taskupper è lo strumento adatto ad un maggior controllo e sicurezza dei processi d’acquisto e di finanziabilità dell’impresa di oggi, che ne faccia uso e guardi avanti.
Tutela vari aspetti: vendite a nuovi clienti e consolidati clienti, acquisti più convenienti da interlocutori verificabili solo a posteriori, gestione con oculatezza e strumenti attenti agli aspetti economici e finanziari propri e quelli dei clienti, evitare subire verifiche e adeguamenti legali e normativi.

Una proposta unica, alla ricerca di poter finalmente valorizzare la propria serietà e valore professionale, per marginare e non scendere a patti, anche con chi solo voglia sfruttare l’ottenere prezzi migliori o farne danno.

Taskupper concede di concenarsi su quello che si fa, senza subire maggiori costi aggiuntivi indiretti o imprevisti, che possano compromettere e prevenire la crisi d'impresa.Taskupper concede di concenarsi su quello che si fa o desidera, senza subire maggiori costi aggiuntivi indiretti o imprevisti, che possano compromettere e prevenire la crisi d’impresa.

Nelle pieghe dell’Articolo Quinto trova ragione chi ha in mano i soldi e vince.

Il vantaggio per poter usare questa opportunità, o nel porla come condizione di vendita o acquisto, è il solo costo del tempo di codificarsi. Al di ogni beneficio ulteriore d’uso, anche solo in fase interlocutoria per prevenire o quanto serva per trarne tutti i vantaggi impliciti nel suo utilizzo. Effettuabile gratuitamente in https://signup.taskupper.com/

premio #NOBEL a #PUTIN

della #MEDICINA e #COMUNICAZIONE 😉

Ha debellato l’ossessiva presenza solo di #INFOCOVID nei #media. Non si fa che parlare di lui. Sostituendosi de fatto ovunque 24/7.

Aspetto preoccupante di cosa siano i media oggi, al di la di quale sia stata la cura: la sua guerra all’ucraina. nessuna trattazione delle tante altre ovunque, di cui non si parla o di ogni altro tema.

Sarebbe il caso di pensare a dei media che informino e divulgano la cultura dei valori, per creare prospettive migliori a cui ambire, ispirarsi e formare.

Non propinare una scuola di disgrazie a ciclo continuo, a cui ognuno si dovrebbe adattare nel perseguire la peggiore per poter essere visibile o si consoli a subirne personalmente di minori.

leggi
l’articolo anche in:

Competenze frutto di esperienze in https://whois.bruschi.com




Lettera a Draghi da un giovane startupparo di 59 anni

Sostieni e promuovi tanti Alessio e meno Unicorni per fare l’innovazione Italiana!

Caro Draghi, mi rivolgo a te con questa mia lettera, ispirato dalla lettura di un articolo scritto da un narratore dell’ecosistema Italiano delle startup: Riccardo Luna.

E’ recente il secondo unicorno Italiano (DePop) che si presenta con un exit d’importi impensabili, per stimare una piccola media azienda (1.650 miliardi).

Un “cifrone impronunciabile” per le tasche personali di chiunque di noi. Pari a quando ci costano tante “cattedrali” che appesantisco il bilancio Italiano, sostenuto da ogni piccola tasca in tasse pagate dai pochi Italiani che restano onesti.

Poi salta fuori questo Alessio (magari ne esistono tanti altri), di cui leggo in un articolo La favolosa ascesa di Alessio Lorusso – la Repubblica . Imprende partendo dall’ Italia, andando a vendere i suoi servizi all’estero. Nasce in bottega di famiglia viaggiando digitalmente sui cavi oggi posti nei mari, come facevano i nostri nonni, per approdare ovunque e costruire un futuro migliore.

Rappresenta l’artigianato e la capacità di fare valore aggiunto tipico della genialità Italiaca di sempre, dando lavoro al suo paese.

Sarà che forse sia più figo, per il nostro narratore delle tecnologia innovativa Italiana portare sempre sui palchi i volti noti, ma questa volta finalmente intervista, scrive e parla, di qualcuno che potrebbe essere nostro figlio o il vicino di casa. Dove forse conoscenti e parenti, pure l’immigrato e la mamma partime, possono trovare un posto di lavoro. Quello di cui tutti abbiamo bisogno e di cui c’illudiamo tu ti curerai.

Gente , questi anonimi Alessio, di cui essere orgogliosi del dargli una mano. Pure di potergli dare tanti contribuiti o del varare misure in favore della loro crescita. Ovunque siano, nei più sperduti luoghi Italiani dove una linea Internet arriva, non solo in fibra, che basti per mandare e ricevere email, tanto tutto il resto sta in cloud.

Non abbiamo bisogno di eroi e unicorni, ne di supportare chi già sostiene l’ecosistema per guadagnarci N volte l’investito, in soldi o contributi e misure che paghiamo tutti, per soldi e lavoro che fuggono o beneficino all’estero.

Per cui ti prego sotto l’albero della cuccagna del Next Generation (o Recovery Fund) fai avere dei “regali”​ per gli Italiani e non per i soliti colossi e noti. Cosi che i giornali e giornalisti possano parlare più spesso di questi esempi ai nostri figli e imprenditori non più giovani sperando ancora di poter costruire qualcosa, con il nostro aiuto e supporto, per pagare i debiti che stiamo creando e gli lasceremo.

Trova le differenze

Diversi sono gli approcci del fare impresa nell’ecosistema dell’innovazione.

Raimondo Bruschi scrive:

Ciao, volevo sapere come sta andando lo sviluppo della tua impresa, stiamo sviluppando un prodotto analogo da tempo e desideravo confrontrarmi tra colleghi. 

Se mi dai conferma di contatto e un messaggio linkedin ci fissiamo una call.

Risposta:

Volentieri, noi siamo pronti alla exit: SRL costituita, brand name e logo di proprietà, dominio acquisito, sito web realizzato e le 2 app depositate in SIAE …

Ho una offerta e 2 trattative in corso (un Fondo e 2 imprenditori molto noti), ma mai dire mai!

Raimondo Bruschi risponde:

Pardon, pur avendo fatto tutto quanto descrivi, non puntiamo a fare un exit, ma al creare un’impresa innovativa.

Mettendo in pratica un idea, con un reale MVP scaricabile pubblicamente, che continuiamo a far crescere (sviluppando funzioni e friubilità) ascoltando le segnalazioni della community di molteplici sottoscrittori ed Early Adopter con cui ci confrontiamo per soddisfarne le necessità.

Affrontiamo il mercato con le nostre forze, autofinanziandoci fino a che potremo trovare soci sottoscrittori e cedendo quote a puri finanziatori solo se ne avremo necessità inderogabile. Un exit, lo faremo se saremo costretti in favore d’aziende che possano continuare a far crescere meglio la nostra iniziativa. 

Crediamo possa essere estendibile l’erogazione in un mercato globale, anche per contribuire a far crescere il deserto che sta intorno a noi, per dimostrare che si può fare e possa avere ricadute occupazionali in questo contesto.

Speravo di potermi confrontare con un competitor locale, per impare dai successi e problemi comuni affrontati e risolti, per crescere insieme. 

Ma forse abbiamo obbiettivi diversi. Bye

Publicato come articolo in Pulse di Linkedin al link https://www.linkedin.com/pulse/trova-le-differenze-delle-startup-raimondo-bruschi/

Che cosa è la BlockChain

La BlockChain (catena di blocchi) è un registro informatico aperto.

Ogni utente che partecipa al registro è connesso con tutti gli altri e detiene una copia di una sorta di libro mastro, chiamato blockchain. Nella blockchain sono registrate tutte le transazioni di tutti gli utenti di sempre, da quando quella catena è stata usata per la prima volta. Per far ciò la blockchain è aperta e consultabile da chiunque la utilizzi.

È autosufficiente, decentralizzata, non richiede un’autorità che ne approvi le operazioni perché sono le sue stesse operazioni, per il modo in cui sono fatte, a essere autolegittimate.
Ciò è possibile perché ogni singola transazione risiede all’interno di una catena di blocchi che dall’ultima risale alla prima assoluta, e perché ogni utente della catena è sempre a conoscenza di tutte le altre operazioni che vengono fatte dagli altri utenti (con i Bitcoin, per esempio, questo serve a evitare che qualcuno usi lo stesso Bitcoin per pagare due cose diverse).
 

Ogni transazione sulla catena genera un blocco che a sua volta suggerisce un nodo a cui agganciare il prossimo blocco (la prossima transazione). Ogni modifica di un blocco, che non sia una transazione, ha ripercussioni su tutti i blocchi precedenti, distruggendo così la stessa catena. Non si può manomettere una cosa del genere.

 
Il primo sistema a “blocchi di hash” risale al 1991 ma il tipo più utilizzato oggi è quello descritto e realizzato da Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dietro l’inventore (o gli inventori) del Bitcoin, ideato nel 2008 in un libro bianco e implementato l’anno dopo.
vedi anche: Cosa sono i Bitcoin

Basta fare innovazione a colpi di twitter e slogan

L’innovazione non può essere un processo o un computer: è fatto di rischi e non solo di twitter e slogan

Di diritti da difendere e di azioni collettive, di processi distruttivi da gestire e di consenso da cercare. Di idee chiare e porte da sfondare. Di rischi per inseguire la sostanza in dispetto del rispetto delle regole (che innovazione sarebbe se fosse già scritta e stabilità per legge)

Con tanto sudore, pazienza e costanza, per ogni singola impressione che spesso passa inosservata ma fa la differenza  .

Bisognerà che gli innovatori diventino più politici, più rilevanti.

Non scendendo in piazza per manifestare, ma in strada per divulgare che il vivere di oggi è la premessa del domani.

Perché se innovare è frutto di cultura sono le scelte un nutrirla e farla crescere.

pubblicato in account personali di Medium, Linkedin, Facebook , Pulse , Google+

spero andremo oltre, ma dove ?

Ho letto un post di un amico Facebook che era questo:
https://www.facebook.com/claudio.erba/posts/10156412569645587


Questo l’articolo linkato http://www.corriere.it/esteri/16_gennaio_25/schengen-trattato-fatto-saltato-circolazione-non-sara-piu-libera-5808a65a-c394-11e5-b326-365a9a1e3b10.shtml

Spero andremo oltre. In genere accade così. Dove spingersi troppo, oltre certe barriere, vuol dire rischiare di farsi del male.

Forse con la fine dell’Europa e del capitalismo entreremo nella fase del post capitalismo. Forse lo siamo già, se ci soffermiamo ad alcune considerazioni sul futuro, con gli occhi di un giovane in età post scolastica.
Nessuna possibilità di emergere o posizionarsi con buona prospettive, quasi certa una vita alla giornata. Destinati a non poter costruire nulla, in quel sempre troppo precario.

Ad oggi 68 famiglie al mondo detengono quasi il 50 % dei patrimoni (l’anno scorso erano 130), forse le nazioni contano più nulla e nulla i soldi.
Visto i pochi che potranno avere disponibilità in enorme quantità, i soldi saranno sempre di più solo dei numeri rossi o neri da score personale. Lo è di fatto negli Stati Uniti (intesa come la disponibilità a sostenere spese, credit score, non tanto come si pensa ad un “gradiente di rischio” o vere somme liquide).

Per la moneta, che siano dollari, jen, stellette o bit-coin, resta valido quel “concetto del punteggio” (per determinare una misura, quale unico aspetto negativo a pesarci addosso o a premiarci a volte immotivatamente, visto che i soldi spesso non trattengono odore e colore del modo in cui li si possa fare) che di fatto si affermerà con una valuta, la misura con cui ci scambieremo i prodotti.
Un unità di misura unica, convenzionale tra le genti di ogni mondo (forse convertibile in moneta locale per sopperire ad alcuni delta), sempre frazionabile per comparare il valore di merci diverse (che è il motivo per cui esiste la moneta)

Oltre all’euro, altro elemento e tema trattato nel post, il ripristino delle frontiere intra europee per qualsiasi cittadino europeo (o dei paesi corrispondenti accettati) sarò solo una leggera incombenza nel passarle.

Ma è la strada intrapresa di chiudere le frontiere per i migranti a preoccupare

Il che potrebbe essere l’accettare un nuovo olocausto.

Il preludio o il destinare intere nuove popolazioni alla disperazione. All’essere erranti, per non perire nelle camere a GAS a casa propria, nel non accettare scelte di vita di una religione imposta. Ma che a differenza del popolo ebraico si candidano, motivati dall’argomento più vecchio del mondo (fame e condizioni di vita), all’attacco al castello, senza nulla da perdere.

In ultima analisi di vere guerre non se ne fanno più.

Lo ha fatto progressivamente la razza bipede, accorciando i tempi di propagazione, nel corso dei secoli. I conflitti, sono passati da guerreggiar tra tribù (a piedi), a paesi confinati, nazioni, continenti ecc… al pari dell’evolvere dei mezzi di trasporto: cavallo, carri, cannone, mezzi militari, aerei, missili.

Per cui le frontiere di fatto non esistono più, come stati o continenti uno contro l’altro anche economicamente.
Inutile retaggio. Grazie ad una rete telematica (internet) che sposta un libro con un click, dal magazzino a casa propria in poche ore, quanto meno di ieri si facesse per una nave di merce da saldare all’attracco con una specifica lettera creditizia.
Da domani, con le stampati 3d o la fabbrica 4.0, si potrà costruire, muovere, controllare, in pratica produrre e consegnare, da ogni posto per ogni dove, forse anche in assenza del dar lavoro agli indigeni del posto.
Le nazioni e gli stati, residuale divisioni storiche per l’applicazione di leggi, fiscalità e norme. A maggior uso e gradimento manco degli abitanti, che vivono in funzione dei difetti di un mondo globale. Nella sostanza d’applicazione, le nazioni sono le corporation, ma nessun sembra essersene accorto.

Ciò che non si può fare qui si fa di là, in quelle che chiamano nazioni,
ma solo per diverse regole che applicano. Pari allo sconcerto espresso è la proiezione del dove arriveremo, che non comprendiamo sia accettabile.

Solo le persone non cambiano. E’ qui dove verte il problema.
Genti contro genti, non con i mezzi o le armi,
ma con i corpi contro i corpi, con i valori contro i valori.

Questa la vera miseria d’affrontare, da subire o pensare di risolvere e non arginare, per evitare la tracimazione generale prossima domani !
Ma viviamo l’oggi, e lo stiamo insegnando ai nostri figli come modello imposto, chi si potrebbe preoccupare di un ipotetico domani ?

Uno scenario di Zombi che invadono spazi dove cibarsi e vivere ?

O forse come qualcuno alla fine sentenzierà: la natura farà il suo corso e migliorerà le razze e le genti di ogni paese nel mondo. Mischiandoci per una convenienza pacifica in una qualità della vita comune a tutti (tranne all’1 % che sarà giunto a detener il 99% del patrimonio mondiali, abitando in una città galleggiante che chiamerà stato, con le sue regole forse lecite e consone per se stesso). Ripartendo da un minimo comune denominatore, su cui atterremo, che potrà tornare a farci crescere su altri presupposti.

Parametri che oggi non conosciamo e di cui invochiamo la perdita, nell’averli raggiunti ma prossimi a vederli sgretolati, per iniziare ad unirci ed amalgamarci nella stessa povertà, con un processo duro ed epocale.

Lo spero !


Misuriamo il fermo di WIND LIBERO INFOSTRADA #WindDown

Quando gli assenti si possono misurare

Dall’analisi del traffico in rete si può dedurre il peso di WIND LIBERO e INFOSTRADA
in virtù del down di rete intervenuto nella tarda mattina del 13/Giugno/2014

Questa e’ l’analisi del traffico per 50.000 domini di http://we.are.ancara.net e http://unitedhost.eu con 1 Gb di utilizzo massimo di Hosting Puro. Praticamente nulla !

Taffico ancara.net + unitedhost.eu
Taffico ancara.net + unitedhost.eu -fonte interna

Tratta da Aruba.it a MIX spentasi al fermarsi di WIND – 5Gb al mix, traffico da utenti di Aruba.it che si è immediatamente instradato presso su altro operatore !

aruba.it - 5 Gb
aruba.it – 5 GbFonte: http://network.aruba.it/gwarubaGraph.htm

Questo e’ il grafico che può darci un idea della misura del traffico Italiano al MIX di WIND, LIBERO e INFOSTRADA (dove principalmente molto o quasi tutto il traffico Italiano afferisce per interconnettersi)

Traffico dati Internet al Mix

FONTE: Traffico dati Internet al Mix http://www.mix-it.net/statistics/cgi-bin/14all-Totale_globale.cgi?log=totaltraffic_global

Confrontando i grafici (le due montagne) la prima di ieri e la seconda di oggi , si nota l’erosione dovuta ad off line o down di un importante operatore come WIND – INFOSTRADA – LIBERO

Ogni tacchetta del grafico sono 5 Gb, per cui si può dedurre un erosione di 15 Gb su 150 Gb totali, che sono massimo il 10 % del totale di traffico italiano. Dove, se ho ben letto, i disservizi hanno toccato dal 24% al 40 % della rete dell’operatore coinvolto (ma non abbiamo dati certi) da cui se ne potrebbe dedurre la percentuale di mercato !

Uso della rete internet al 100 % #ipv6

Dal 6 giugno, gradualmente si presenteranno problemi, in base ai protocolli IP gestiti dai propri provider di connessione o server in rete internet.
Inibendo la possibilità di raggiungere le proprie mete desiderate o l’essere raggiunti da alcuni utenti. È giunta l’ora d’esser sopportati anche in IPV6 oltre l’attuale IPV4

20140206-235722.jpg

densità per nazione in % di connessioni disponibili in IPV6

Solo le utenze di nazioni contrassegnate in verde già da ora godono il 100 % del poter essere visitati e visitare. Il “colorare, con un verde forte” il proprio accesso o server in rete internet, sarà l’ennesimo elemento di differenza. Evviva il digital divide !

http://www.internetsociety.org/deploy360/blog/2013/12/campaign-turn-off-ipv4-on-6-june-2014-for-one-day/

Sappiamo dove sei e cosa fai sempre

Leggo presunte fughe di massa da facebook, perchè troppo invasivo della privacy o pieno di publicità. Ma forse c’e’ di peggio, qualcuno conosce dove e quando siamo SEMPRE, senza averlo richiesto ! Unica differenza è che avviene forse in modo meno evidente !

Come puo’ avvenire ?

La mia risposta ed esperienza su facebook è:
“ciò che vedi è ciò che dovresti preferire vedere”
Interventi sciocchi, risultato di tanti click, su amicizie leggere o indirette, preferenze desunte (il sistema analizza le abitudini creando dei collegamenti logici, dovrebbero rappresentare le preferenze dirette o indotte)

Quando scrissi in Facebook, prima di una pausa pranzo, che “avrei mangiato di più dopo aver visto il prosperoso seno della consigliera lombarda alla regione lombardia” per giorni mi propose visite a piacenti femmine. vedi anche EDGERANK, algoritrmo di facebook

Tanti post pubblicitari ? :
A parte quelli ricorrenti di noti giornali, che ripropongo con titoli ad effetto, scandali e sensazionalismi, recentemente la politica di visualizzazione dei post in Facebbok e’ cambiata, forse in favore di peggior forma.
Lo si deduce leggendo un articolo che descrive come cambia attività dei community manager , professionisti del settore. Si comprende come “la disponibilità ad investire”, condizionerà forse in danno della Piccola Media Industria (spesso poco propensa all’innovazione), che ne aspirava in visibità a basso costo, basta leggerlo in facebook ti vedono se acquisti post promozionati e ci stanno pure già gli Spot:

Ma google, il grande aiutante delle rete, con i suoi servizi gratuiti, non forse cosi consapevolmente per l’utente, tratta tutti i nostri spostamenti fisici :

Utilizzare gmail, seppur ricordato e ripetutamente, a differenza di un proprio indirizzo email presso un qualsiasi provider a pochi euro (15 eu anno, per 5 indirizzi email personali ed utilizzabili da tutti i componenti della famiglia o funzionali, con aggiuntivi altri 5 euro si ottiene  il proprio blog o www. Grande consiglio disatteso a scapito della gratuità di utilizzare Gmail ) traccia e censisce tutta la corrispondenza.
In questi giorni si denuncia facebook di farlo nella messaggistica ma da sempre la grande G lo fa !

Pochi vedono e sanno, cosa di peggior accade con Google: 
tutti immaginano che google tracci l’uso dei suoi servizi e le preferenze espresse, con il censimento di tutte le richieste e pagine visitate tramite il suo famoso motore di ricerca conservandone la cronologia. Ma in fondo l’uso gratis e con estrema comodità di un motore di ricerca, non può interessare se profili l’utente, un prezzo da pagare, nulla e’ gratis.

Ma mai avremmo immaginato, senza uso di satelliti ed espressa volontà, che qualcuno potesse sapere dove e cosa facciamo SEMPRE !

Nell’immagine ed il filmato a seguire l’evidenzia nei percorsi e orari.

Non solo in movimento in auto, ma dentro casa propria (questo e’ il mio di stamane) :

come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google
come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google

Google registra sempre, con dovizia di dettaglio, ogni spostamento significativo, in ogni nostro momento di tutta la giornata. Premi qua per vedere tutti i tuoi spostamenti, conservati fino a 30 giorni precedenti ad oggi (o per tale periodo massimo ne da possibilità di consultazione).

Il grafico posto nella zona inferiore, indica l’incidenza di spostamento media, dandone rappresentazione e traccia geografica nella cartina. (confermo la sera dopo un pò di televisione, dalle 2 alle 4 di notte o lavorato senza spostarmi al PC, alle 4 sono andato a nana al piano sopra, poco prima delle ore 8 sono sceso per proseguire al PC fino alle 10. Ingrandendo si puo’ dedurre dove sia la mia camera, il pc, e pure la stanza con la tv. Il tutto in uno spazio di movimento che è di 30 metri percorribili in vista aerea) Nel mio caso come ben specificato da Google stessa la “Distanza massima dalla località di partenza e’ 0,013 km”

Di seguito riprodotto in filmato registrato, (i tuoi spostamenti live e consultabili on line li trovi premendo qua) si evince chiaramente come Google ad esempio tenga nota esattamente dei miei movimenti effettuati in un centro commerciale. Allargando la cartina riporta pure il nome dei negozi che ho visitato e dal grafico dei tempi di spostamento quanto mi ci sia fermato.

per cui:

Google conosce orario di sveglia, in che stanze ci si sposti. Ma anche quali negozi si visitino, in un centro commerciale, in che ordine, per quanto e con che percorso. Dove si sia andati, come e quanto ci sia spostati in quell’ambiente. Per pur chiuso che sia, senza usare i satelliti da 007 o complesse apparecchiature di sua installazione !

Si può disattivare la funzione (ma chi lo sa che sia attiva) richiamando la pagina che si trova con complesse ricerche. Vero che sono esposti e illustrati i singoli aspetti della privacy a propria tutela ma non richiedendone espressa attivazione  !

Inutile cantar vittoria se non si possieda un telefono Android (sistema operativo per cellulari fatto da google per molti produttori indipendenti). Non essendo difforme per altri produttori di telefoni (APPLE per esempio, con la sua app preinstallata “trovami”) o Microsoft con Windows per tel.cellulari. Oppure con l’uso di programmi su qualsiasi sistema operativo da cellulare  (What’s up per fare un esempio) sempre on line, che posso trasmettere anch’essi la nostra posizione in continuo e ovunque. Ma questi, non danno modo di consultare in modo cosi esplicito e comprensibile, ciò che si potrebbe sapere e verificare di ogni nostro spostamento, anche solo di qualche decina di metri nelle pareti domestiche.

altro articolo in tema

Per sfamarci rubiamo il mangime alle galline dalle ova d’oro del nostro pollaio

Emerge in ogni riflessione sul nostro patrimonio, vedi la pubblicazione dell’ennesimo articolo che fotografa il kamikaze quotidiano dei tagli ai servizi culturali.
Per questo volentieri “adotto” tre ragazze del profondo “Sud Italiano” di Bari Pamela, Lisangela e Valentina spronandole a dar seguito alla loro idea “nuova apertura” nata nello StartUp WeekEnd a Bari di questo fine settima presso The HUB .
Con la cultura vogliono riportare occupazione e crescita nella nostre desolate e deserte vie cittadine sempre più orfane di negozi.

Soluzioni che si ri.trovano per altri aspetti collegati, nella stessa manifestazione  ritenuta riservata ad iper-tecnologici NERD nativi digitali. Guardando le idee dei ragazzi di LiberaLazione che propongono una via al sostentamento economico ed a Michele Lanubile che ne rendere le emozioni, nel vivere i posti e luoghi con ricercatore romantico.

Per ottenere un complesso di risposte concrete alla “politica ed ai saggi” che la cultura forse l’hanno solo studiata ma forse dimenticata.

FACCIANO LE STARTUP LA RICERCA E SVILUPPO NELLE PMI

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 21-febbraio-2013

La Ricerca e Sviluppo nelle PMI ?
LA FACCIANO LE STARTUP !

Adottare giovani startuppari in azienda:
un modo semplice e poco costoso per portare l’innovazione nel cuore della produzione

«In un’azienda di 100 persone, non tutti coloro che ci lavorano si conoscono tra loro. In alcuni casi diventa più importante far vedere che si sta lavorando, più che lavorare davvero. Le startup sono importanti perché sono piccole. Dato che la dimensione e la complessità di un affare è pari all’incirca al quadrato delle persone coinvolte, le startup sono in una posizione unica per abbassare i costi di coordinamento e interni per riuscire a realizzare gli obbiettivi». Queste parole sono prese da Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e investitore della Silicon Valley. Dovrebbero essere di monito per tutte le aziende del mondo. Soprattutto quando «realizzare gli obbiettivi» vuol dire lanciare un nuovo prodotto o penetrare in un nuovo mercato. Gli imprenditori che hanno realizzato la loro idea, soprattutto nelle piccole e medie imprese, sono spesso di fronte alla mancanza di entusiasmo ed energie necessarie per lanciarsi in una nuova avventura.

Come far crescere quindi l’azienda? Non tutti hanno la possibilità di aprire una sezione di ricerca e sviluppo interna. La maggior parte delle PMI italiane dispone però di strutture, spesso sottoutilizzate, che potrebbero ospitare nuove avventure imprenditoriali se prese in carico dalle mani giuste. Quali mani? Quelle di chi ha l’entusiasmo necessario, le idee e le competenze per lanciare una startup innovativa. Ci sono in questo momento molte opportunità per le imprese tradizionali, anche in settori apparentemente ipersfruttati e considerati decotti. E’ un buon momento per coniugare l’innovazione e il rinnovamento cercando nuove strade alternative nella gestione di ricerca e sviluppo, nei costi e investimenti, con lo scopo di aprire nuove brecce nei mercati di riferimento o in mercati che non erano stati presi in considerazione. Nuove occasioni per fare nuovi profitti, anche se condivisi con altri imprenditori (i cosiddetti startuppari).

Gli imprenditori abituati a essere curiosi e a dare un’occhiata in ogni opportunità di guadagno potrebbero pensare di dare a dei giovani con delle buone idee una scrivania, un telefono, un ufficio, un brand come parte del proprio core business. Farli fatturare ai clienti usando l’azienda già esistente, che ci piace chiamare «chioccia», segnando spese e ricavi. Parlando con gli startuppari, gli imprenditori possono offrire i contatti dei clienti già acquisiti e potenzialmente interessati, oltre che guidare nei contratti e nelle prime vendite. La ricerca e sviluppo fatta in questo modo (scegliendo tra le numerose startup e offrendo un’opportunità) permette di dare agli startuppari uno stipendio non appena c’è un guadagno, coprire le spese non appena c’è la possibilità, dividere i profitti quando ci saranno.

Possiamo immaginare le startup come divisione di un’azienda già esistente, destinata al lancio di un nuovo prodotto e mercato. Di fronte all’imprenditore, un altro imprenditore (solitamente più giovane) disposto a rischiare quasi tutto pur di realizzare il suo sogno. Questo è quello che proponiamo con il modello «Adotta una start-up». Azzerare i costi fissi di ricerca e sviluppo e quindi aprire al massimo le possibilità di creare nuovi prodotti e trovare nuovi sbocchi commerciali. Nelle PMI, soprattutto in quei settori di mercato che sono cambiati notevolmente per via di globalizzazione e tecnologia, potrebbe essere molto difficile trovare una strada per lanciare qualcosa di nuovo che permetta di restare competitivi. Abbandonare certezze produttive per investire nell’innovazione è spesso paragonabile a fondare una nuova azienda. Con una grossa differenza: il fallimento di una nuova azienda potrebbe avere dei costi molto minori. Un team che si lancia in una nuova impresa è spesso entusiasta della propria idea e decide di lavorarci giorno e notte, se necessario, soprattutto nella fase di avvio. Un entusiasmo che non in tutte le imprese tradizionali è facile trovare.

Raimondo Bruschi e Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/21-febbraio-2013/startup-2114130051085.shtml

I Social Network non servono a nulla

Bresciaoggi.it, lunedì 25 Febbraio 2013
INTERNET, pagina 7

Tom Tom sfidato da Waze a lezione dai competitor

I social non servono a nulla !

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Nell´era dei social network anche le quote di mercato apparentemente più sicure possono essere scardinate in poco tempo. Tutti conosciamo Tom Tom, il navigatore Gps per eccellenza che nelle automobili moderne per poche centinaia di euro garantisce di non perdersi nelle città e nelle strade sconosciute. Anche grazie al successo e predominio di mercato, tutti chiamiamo TomTom un qualsiasi navigatore per auto.

i social non servono a nulla
i social non servono a nulla

WAZE è un´applicazione per smartphone, gratuita, che oltre a offrire delle mappe precise delle località ha aggiunto il controllo della velocità di chi sta navigando per offrire informazioni sul traffico. Atteggiamento del tutto diverso da Tom Tom che raccoglie i dati dalle fonti ufficiali per sapere quando in una strada sono previsti disagi: Waze si accorge che gli automobilisti che precedono hanno rallentato e avvisa. Per capire se il rallentamento è dovuto al traffico chiede agli automobilisti come mai hanno rallentato, e regala punti a chi risponde. Immediatamente, poi, propone all´automobilista un percorso alternativo. La gratuità del software ha permesso di raggiungere un numero consistente di utenti (30 milioni lo scorso novembre) secondo un modello ormai abbastanza diffuso, crescere enormemente nei numeri per poter poi lanciare attività a pagamento.

IL SEGRETO del successo di Waze è l´interazione creata con i singoli automobilisti, trasformandoli da consumatori a produttori di informazioni, creando nuovi spazi collaborativi. Non sarebbe la prima volta che un colosso non riconosce un´evoluzione del mercato in atto e decide di trascurare la novità, come Nokia leader di mercato nei telefoni cellulari nell´era pre smartphone o della Kodak che continuava a stampare rullini nell´era del digitale.

Considerare i social network come un aspetto ludico e non nell’accezzione del web 2.0 capace di creare valore aggiunto è un errore che nessuna impresa può permettersi 

IMPRENDITORI, SMETTIAMOLA DI LAMENTARCI E CERCHIAMO IL FUTURO DELL’ITALIA

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 13/Feb/2013

IMPRENDITORI, SMETTIAMOLA DI LAMENTARCI E CERCHIAMO IL FUTURO

Spritz, competition, weekend: mille occasioni per incontrare gli startuppers e imparare da loro. Gli affari si fanno in due

Il modello Silicon Valley è stato costruito nel tempo da numerosi elementi. Lo sviluppo degli ultimi trent’anni, soprattutto nel settore informatico, ha permesso in quella zona degli Stati uniti la creazione di quello che più volte è stato definito un «ecosistema» fatto di giovani alla ricerca di fortuna e di potenziali investitori all’angolo della strada. In due parole: l’innovazione passa dalla Silicon valley perché ci sono soldi in cerca di talenti e talenti in cerca di soldi.

La facilità con cui un ragazzo con una idea di impresa può entrare in contatto con un investitore può fare la differenza in molti progetti. Per questo gli startupper non fanno altro che cercare di raccontare la loro idea in tutti i palcoscenici disponibili. Pochi giorni fa a Talent Garden di Milano si è tenuta un’altra edizione dello Startup weekend, dove decine di persone si sono incontrate con l’obbiettivo di trovare le persone giuste e costruire un team per creare una nuova Startup.

Appuntamenti come questo sono una grande opportunità per gli imprenditori. Per ora sono frequentati principalmente da investitori speculativi ed esperti di settore tecnologici. Non mancano però gli imprenditori «tradizionali»: hanno imparato a seguirli e ci trovano analisi di fattibilità per raccogliere opportunità di business e nuovi mercati. L’incontro tra gli imprenditori e gli startupper può creare un cocktail dirompente, una commistione di esperienza e di entusiasmo di cui hanno bisogno soprattutto i settori stagnanti.

Gli imprenditori che hanno saputo stare sul mercato per molti anni e oggi vorrebbero continuare a crescere con la loro piccola, media, grande azienda sono quelli che a poco a poco si levano la cravatta, e scendono a farsi un aperitivo con il futuro dell’Italia: incontrano giovani e meno giovani che si mettono in gioco sfidando la timidezza per provare a presentare le loro idee.

Aperitivi, startup week end, premi dell’innovazione: in ogni angolo d’Italia ci sono iniziative dove è possibile ascoltare gli startupper. Incontri informali, scambi di opinioni, idee. Magari i giovani non realizzeranno il loro sogno, ma possono essere lo spunto per scoprire nuovi mercati e prodotti per meglio riposizionare l’azienda. Spesso quello che serve per realizzare la loro startup è proprio l’incontro con un’impresa tradizionale, un imprenditore navigato, qualcuno che conosca i meccanismi e abbia i contatti giusti. E’ necessario riservare e cercare incontri con il nuovo modello delle startup che deve essere valorizzato, grazie all’esperienza rodata di un imprenditore. Gli affari si fanno sempre in due: l’idea, l’entusiasmo, la focalizzazione di un giovane startupper con una idea innovativa e l’esperienza, la struttura, l’organizzazione di una azienda con un imprenditore che vogliano costruire il futuro insieme.

Raimondo Bruschi e Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/13-febbraio-2013/imprenditori-2113990257471.shtml