Uso della rete internet al 100 % #ipv6

Dal 6 giugno, gradualmente si presenteranno problemi, in base ai protocolli IP gestiti dai propri provider di connessione o server in rete internet.
Inibendo la possibilità di raggiungere le proprie mete desiderate o l’essere raggiunti da alcuni utenti. È giunta l’ora d’esser sopportati anche in IPV6 oltre l’attuale IPV4

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densità per nazione in % di connessioni disponibili in IPV6

Solo le utenze di nazioni contrassegnate in verde già da ora godono il 100 % del poter essere visitati e visitare. Il “colorare, con un verde forte” il proprio accesso o server in rete internet, sarà l’ennesimo elemento di differenza. Evviva il digital divide !

http://www.internetsociety.org/deploy360/blog/2013/12/campaign-turn-off-ipv4-on-6-june-2014-for-one-day/

Sappiamo dove sei e cosa fai sempre

Leggo presunte fughe di massa da facebook, perchè troppo invasivo della privacy o pieno di publicità. Ma forse c’e’ di peggio, qualcuno conosce dove e quando siamo SEMPRE, senza averlo richiesto ! Unica differenza è che avviene forse in modo meno evidente !

Come puo’ avvenire ?

La mia risposta ed esperienza su facebook è:
“ciò che vedi è ciò che dovresti preferire vedere”
Interventi sciocchi, risultato di tanti click, su amicizie leggere o indirette, preferenze desunte (il sistema analizza le abitudini creando dei collegamenti logici, dovrebbero rappresentare le preferenze dirette o indotte)

Quando scrissi in Facebook, prima di una pausa pranzo, che “avrei mangiato di più dopo aver visto il prosperoso seno della consigliera lombarda alla regione lombardia” per giorni mi propose visite a piacenti femmine. vedi anche EDGERANK, algoritrmo di facebook

Tanti post pubblicitari ? :
A parte quelli ricorrenti di noti giornali, che ripropongo con titoli ad effetto, scandali e sensazionalismi, recentemente la politica di visualizzazione dei post in Facebbok e’ cambiata, forse in favore di peggior forma.
Lo si deduce leggendo un articolo che descrive come cambia attività dei community manager , professionisti del settore. Si comprende come “la disponibilità ad investire”, condizionerà forse in danno della Piccola Media Industria (spesso poco propensa all’innovazione), che ne aspirava in visibità a basso costo, basta leggerlo in facebook ti vedono se acquisti post promozionati e ci stanno pure già gli Spot:

Ma google, il grande aiutante delle rete, con i suoi servizi gratuiti, non forse cosi consapevolmente per l’utente, tratta tutti i nostri spostamenti fisici :

Utilizzare gmail, seppur ricordato e ripetutamente, a differenza di un proprio indirizzo email presso un qualsiasi provider a pochi euro (15 eu anno, per 5 indirizzi email personali ed utilizzabili da tutti i componenti della famiglia o funzionali, con aggiuntivi altri 5 euro si ottiene  il proprio blog o www. Grande consiglio disatteso a scapito della gratuità di utilizzare Gmail ) traccia e censisce tutta la corrispondenza.
In questi giorni si denuncia facebook di farlo nella messaggistica ma da sempre la grande G lo fa !

Pochi vedono e sanno, cosa di peggior accade con Google: 
tutti immaginano che google tracci l’uso dei suoi servizi e le preferenze espresse, con il censimento di tutte le richieste e pagine visitate tramite il suo famoso motore di ricerca conservandone la cronologia. Ma in fondo l’uso gratis e con estrema comodità di un motore di ricerca, non può interessare se profili l’utente, un prezzo da pagare, nulla e’ gratis.

Ma mai avremmo immaginato, senza uso di satelliti ed espressa volontà, che qualcuno potesse sapere dove e cosa facciamo SEMPRE !

Nell’immagine ed il filmato a seguire l’evidenzia nei percorsi e orari.

Non solo in movimento in auto, ma dentro casa propria (questo e’ il mio di stamane) :

come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google
come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google

Google registra sempre, con dovizia di dettaglio, ogni spostamento significativo, in ogni nostro momento di tutta la giornata. Premi qua per vedere tutti i tuoi spostamenti, conservati fino a 30 giorni precedenti ad oggi (o per tale periodo massimo ne da possibilità di consultazione).

Il grafico posto nella zona inferiore, indica l’incidenza di spostamento media, dandone rappresentazione e traccia geografica nella cartina. (confermo la sera dopo un pò di televisione, dalle 2 alle 4 di notte o lavorato senza spostarmi al PC, alle 4 sono andato a nana al piano sopra, poco prima delle ore 8 sono sceso per proseguire al PC fino alle 10. Ingrandendo si puo’ dedurre dove sia la mia camera, il pc, e pure la stanza con la tv. Il tutto in uno spazio di movimento che è di 30 metri percorribili in vista aerea) Nel mio caso come ben specificato da Google stessa la “Distanza massima dalla località di partenza e’ 0,013 km”

Di seguito riprodotto in filmato registrato, (i tuoi spostamenti live e consultabili on line li trovi premendo qua) si evince chiaramente come Google ad esempio tenga nota esattamente dei miei movimenti effettuati in un centro commerciale. Allargando la cartina riporta pure il nome dei negozi che ho visitato e dal grafico dei tempi di spostamento quanto mi ci sia fermato.

per cui:

Google conosce orario di sveglia, in che stanze ci si sposti. Ma anche quali negozi si visitino, in un centro commerciale, in che ordine, per quanto e con che percorso. Dove si sia andati, come e quanto ci sia spostati in quell’ambiente. Per pur chiuso che sia, senza usare i satelliti da 007 o complesse apparecchiature di sua installazione !

Si può disattivare la funzione (ma chi lo sa che sia attiva) richiamando la pagina che si trova con complesse ricerche. Vero che sono esposti e illustrati i singoli aspetti della privacy a propria tutela ma non richiedendone espressa attivazione  !

Inutile cantar vittoria se non si possieda un telefono Android (sistema operativo per cellulari fatto da google per molti produttori indipendenti). Non essendo difforme per altri produttori di telefoni (APPLE per esempio, con la sua app preinstallata “trovami”) o Microsoft con Windows per tel.cellulari. Oppure con l’uso di programmi su qualsiasi sistema operativo da cellulare  (What’s up per fare un esempio) sempre on line, che posso trasmettere anch’essi la nostra posizione in continuo e ovunque. Ma questi, non danno modo di consultare in modo cosi esplicito e comprensibile, ciò che si potrebbe sapere e verificare di ogni nostro spostamento, anche solo di qualche decina di metri nelle pareti domestiche.

altro articolo in tema

Per sfamarci rubiamo il mangime alle galline dalle ova d’oro del nostro pollaio

Emerge in ogni riflessione sul nostro patrimonio, vedi la pubblicazione dell’ennesimo articolo che fotografa il kamikaze quotidiano dei tagli ai servizi culturali.
Per questo volentieri “adotto” tre ragazze del profondo “Sud Italiano” di Bari Pamela, Lisangela e Valentina spronandole a dar seguito alla loro idea “nuova apertura” nata nello StartUp WeekEnd a Bari di questo fine settima presso The HUB .
Con la cultura vogliono riportare occupazione e crescita nella nostre desolate e deserte vie cittadine sempre più orfane di negozi.

Soluzioni che si ri.trovano per altri aspetti collegati, nella stessa manifestazione  ritenuta riservata ad iper-tecnologici NERD nativi digitali. Guardando le idee dei ragazzi di LiberaLazione che propongono una via al sostentamento economico ed a Michele Lanubile che ne rendere le emozioni, nel vivere i posti e luoghi con ricercatore romantico.

Per ottenere un complesso di risposte concrete alla “politica ed ai saggi” che la cultura forse l’hanno solo studiata ma forse dimenticata.

FACCIANO LE STARTUP LA RICERCA E SVILUPPO NELLE PMI

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 21-febbraio-2013

La Ricerca e Sviluppo nelle PMI ?
LA FACCIANO LE STARTUP !

Adottare giovani startuppari in azienda:
un modo semplice e poco costoso per portare l’innovazione nel cuore della produzione

«In un’azienda di 100 persone, non tutti coloro che ci lavorano si conoscono tra loro. In alcuni casi diventa più importante far vedere che si sta lavorando, più che lavorare davvero. Le startup sono importanti perché sono piccole. Dato che la dimensione e la complessità di un affare è pari all’incirca al quadrato delle persone coinvolte, le startup sono in una posizione unica per abbassare i costi di coordinamento e interni per riuscire a realizzare gli obbiettivi». Queste parole sono prese da Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e investitore della Silicon Valley. Dovrebbero essere di monito per tutte le aziende del mondo. Soprattutto quando «realizzare gli obbiettivi» vuol dire lanciare un nuovo prodotto o penetrare in un nuovo mercato. Gli imprenditori che hanno realizzato la loro idea, soprattutto nelle piccole e medie imprese, sono spesso di fronte alla mancanza di entusiasmo ed energie necessarie per lanciarsi in una nuova avventura.

Come far crescere quindi l’azienda? Non tutti hanno la possibilità di aprire una sezione di ricerca e sviluppo interna. La maggior parte delle PMI italiane dispone però di strutture, spesso sottoutilizzate, che potrebbero ospitare nuove avventure imprenditoriali se prese in carico dalle mani giuste. Quali mani? Quelle di chi ha l’entusiasmo necessario, le idee e le competenze per lanciare una startup innovativa. Ci sono in questo momento molte opportunità per le imprese tradizionali, anche in settori apparentemente ipersfruttati e considerati decotti. E’ un buon momento per coniugare l’innovazione e il rinnovamento cercando nuove strade alternative nella gestione di ricerca e sviluppo, nei costi e investimenti, con lo scopo di aprire nuove brecce nei mercati di riferimento o in mercati che non erano stati presi in considerazione. Nuove occasioni per fare nuovi profitti, anche se condivisi con altri imprenditori (i cosiddetti startuppari).

Gli imprenditori abituati a essere curiosi e a dare un’occhiata in ogni opportunità di guadagno potrebbero pensare di dare a dei giovani con delle buone idee una scrivania, un telefono, un ufficio, un brand come parte del proprio core business. Farli fatturare ai clienti usando l’azienda già esistente, che ci piace chiamare «chioccia», segnando spese e ricavi. Parlando con gli startuppari, gli imprenditori possono offrire i contatti dei clienti già acquisiti e potenzialmente interessati, oltre che guidare nei contratti e nelle prime vendite. La ricerca e sviluppo fatta in questo modo (scegliendo tra le numerose startup e offrendo un’opportunità) permette di dare agli startuppari uno stipendio non appena c’è un guadagno, coprire le spese non appena c’è la possibilità, dividere i profitti quando ci saranno.

Possiamo immaginare le startup come divisione di un’azienda già esistente, destinata al lancio di un nuovo prodotto e mercato. Di fronte all’imprenditore, un altro imprenditore (solitamente più giovane) disposto a rischiare quasi tutto pur di realizzare il suo sogno. Questo è quello che proponiamo con il modello «Adotta una start-up». Azzerare i costi fissi di ricerca e sviluppo e quindi aprire al massimo le possibilità di creare nuovi prodotti e trovare nuovi sbocchi commerciali. Nelle PMI, soprattutto in quei settori di mercato che sono cambiati notevolmente per via di globalizzazione e tecnologia, potrebbe essere molto difficile trovare una strada per lanciare qualcosa di nuovo che permetta di restare competitivi. Abbandonare certezze produttive per investire nell’innovazione è spesso paragonabile a fondare una nuova azienda. Con una grossa differenza: il fallimento di una nuova azienda potrebbe avere dei costi molto minori. Un team che si lancia in una nuova impresa è spesso entusiasta della propria idea e decide di lavorarci giorno e notte, se necessario, soprattutto nella fase di avvio. Un entusiasmo che non in tutte le imprese tradizionali è facile trovare.

Raimondo Bruschi e Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/21-febbraio-2013/startup-2114130051085.shtml

I Social Network non servono a nulla

Bresciaoggi.it, lunedì 25 Febbraio 2013
INTERNET, pagina 7

Tom Tom sfidato da Waze a lezione dai competitor

I social non servono a nulla !

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Nell´era dei social network anche le quote di mercato apparentemente più sicure possono essere scardinate in poco tempo. Tutti conosciamo Tom Tom, il navigatore Gps per eccellenza che nelle automobili moderne per poche centinaia di euro garantisce di non perdersi nelle città e nelle strade sconosciute. Anche grazie al successo e predominio di mercato, tutti chiamiamo TomTom un qualsiasi navigatore per auto.

i social non servono a nulla
i social non servono a nulla

WAZE è un´applicazione per smartphone, gratuita, che oltre a offrire delle mappe precise delle località ha aggiunto il controllo della velocità di chi sta navigando per offrire informazioni sul traffico. Atteggiamento del tutto diverso da Tom Tom che raccoglie i dati dalle fonti ufficiali per sapere quando in una strada sono previsti disagi: Waze si accorge che gli automobilisti che precedono hanno rallentato e avvisa. Per capire se il rallentamento è dovuto al traffico chiede agli automobilisti come mai hanno rallentato, e regala punti a chi risponde. Immediatamente, poi, propone all´automobilista un percorso alternativo. La gratuità del software ha permesso di raggiungere un numero consistente di utenti (30 milioni lo scorso novembre) secondo un modello ormai abbastanza diffuso, crescere enormemente nei numeri per poter poi lanciare attività a pagamento.

IL SEGRETO del successo di Waze è l´interazione creata con i singoli automobilisti, trasformandoli da consumatori a produttori di informazioni, creando nuovi spazi collaborativi. Non sarebbe la prima volta che un colosso non riconosce un´evoluzione del mercato in atto e decide di trascurare la novità, come Nokia leader di mercato nei telefoni cellulari nell´era pre smartphone o della Kodak che continuava a stampare rullini nell´era del digitale.

Considerare i social network come un aspetto ludico e non nell’accezzione del web 2.0 capace di creare valore aggiunto è un errore che nessuna impresa può permettersi 

IMPRENDITORI, SMETTIAMOLA DI LAMENTARCI E CERCHIAMO IL FUTURO DELL’ITALIA

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 13/Feb/2013

IMPRENDITORI, SMETTIAMOLA DI LAMENTARCI E CERCHIAMO IL FUTURO

Spritz, competition, weekend: mille occasioni per incontrare gli startuppers e imparare da loro. Gli affari si fanno in due

Il modello Silicon Valley è stato costruito nel tempo da numerosi elementi. Lo sviluppo degli ultimi trent’anni, soprattutto nel settore informatico, ha permesso in quella zona degli Stati uniti la creazione di quello che più volte è stato definito un «ecosistema» fatto di giovani alla ricerca di fortuna e di potenziali investitori all’angolo della strada. In due parole: l’innovazione passa dalla Silicon valley perché ci sono soldi in cerca di talenti e talenti in cerca di soldi.

La facilità con cui un ragazzo con una idea di impresa può entrare in contatto con un investitore può fare la differenza in molti progetti. Per questo gli startupper non fanno altro che cercare di raccontare la loro idea in tutti i palcoscenici disponibili. Pochi giorni fa a Talent Garden di Milano si è tenuta un’altra edizione dello Startup weekend, dove decine di persone si sono incontrate con l’obbiettivo di trovare le persone giuste e costruire un team per creare una nuova Startup.

Appuntamenti come questo sono una grande opportunità per gli imprenditori. Per ora sono frequentati principalmente da investitori speculativi ed esperti di settore tecnologici. Non mancano però gli imprenditori «tradizionali»: hanno imparato a seguirli e ci trovano analisi di fattibilità per raccogliere opportunità di business e nuovi mercati. L’incontro tra gli imprenditori e gli startupper può creare un cocktail dirompente, una commistione di esperienza e di entusiasmo di cui hanno bisogno soprattutto i settori stagnanti.

Gli imprenditori che hanno saputo stare sul mercato per molti anni e oggi vorrebbero continuare a crescere con la loro piccola, media, grande azienda sono quelli che a poco a poco si levano la cravatta, e scendono a farsi un aperitivo con il futuro dell’Italia: incontrano giovani e meno giovani che si mettono in gioco sfidando la timidezza per provare a presentare le loro idee.

Aperitivi, startup week end, premi dell’innovazione: in ogni angolo d’Italia ci sono iniziative dove è possibile ascoltare gli startupper. Incontri informali, scambi di opinioni, idee. Magari i giovani non realizzeranno il loro sogno, ma possono essere lo spunto per scoprire nuovi mercati e prodotti per meglio riposizionare l’azienda. Spesso quello che serve per realizzare la loro startup è proprio l’incontro con un’impresa tradizionale, un imprenditore navigato, qualcuno che conosca i meccanismi e abbia i contatti giusti. E’ necessario riservare e cercare incontri con il nuovo modello delle startup che deve essere valorizzato, grazie all’esperienza rodata di un imprenditore. Gli affari si fanno sempre in due: l’idea, l’entusiasmo, la focalizzazione di un giovane startupper con una idea innovativa e l’esperienza, la struttura, l’organizzazione di una azienda con un imprenditore che vogliano costruire il futuro insieme.

Raimondo Bruschi e Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/13-febbraio-2013/imprenditori-2113990257471.shtml

NON SERVONO SRLS SE C’È UN IMPRENDITORE ILLUMINATO E UN RAPPORTO DI FIDUCIA

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 7/Feb/2013

NON SERVONO SRLS SE C’È UN IMPRENDITORE ILLUMINATO E UN RAPPORTO DI FIDUCIA

Lettera aperta agli startupper: «Il capitale sociale è importante. Perché non provare a nascere come brand di un’altra azienda?»

Si è tanto parlato delle Srls, la nuova forma di società di capitali che dovrebbe rendere più economico e snello creare aziende con un capitale sociale di un euro. Scomparirà la prassi di aprire con mille euro una società negli Stati uniti, utilizzata da molti startupper soprattutto nel campo digitale / web / software? Difficile prevederlo.

Quello che ci sentiamo di dire è che queste nuove società nasceranno un po’ zoppe. Molti giovani pensano che il capitale sociale versato sia da vedere come una sorta di immobilizzazione da segnare su un bilancio, e per questo si sono rivolti negli ultimi anni oltreoceano per i loro sogni di impresa (spesso senza nemmeno prendere un biglietto aereo). In realtà il capitale sociale, come sanno bene gli imprenditori del mondo «reale», è anche una questione di immagine, un segno di solidità, un qualcosa su cui fare affidamento.

Anche molto concreta: quale fido accorderanno le banche a una società in cui i fondatori non hanno investito nemmeno un euro? Chi avrà interesse a fare un contratto con una società i cui soci risponderanno alle obbligazioni fino a 1 euro? E via dicendo. Se il sistema Italia vuole crescere, gli imprenditori e gli startupper devono trovare il modo di andare oltre, e a volte anche contro, le leggi e leggine che imbrigliano in norme e commi la fantasia e la voglia di fare impresa. Serve fiducia, in quest’alleanza ipotetica tra imprenditori tradizionali e imprenditori in potenza, che permetta di superare gli ostacoli. Un’azienda può scegliere di nascere anche non come azienda, ma come semplice «brand», come prodotto o nuovo mercato, all’interno di un’azienda esistente. Come abbiamo raccontato in adottaunastartup.com, agli imprenditori diciamo di dare una scrivania e di segnare tutti i conti su un foglio di calcolo. Dividere le prime spese, dividere i primi profitti. Magari le spese le si possono dividere anche dopo i primi profitti, lasciando che sia l’azienda già esistente a farsene carico.

Non serve lanciare una nuova azienda per stampare in maniera innovativa delle scarpe personalizzate, si può andare in un’azienda di scarpe e lanciare il prodotto dall’interno di una struttura già esistente. Non solo è più economico, ma anche più rapido ed efficace. Perché lo startupper mette la passione al servizio dell’impresa. Perché l’imprenditore mette la conoscenza delle dinamiche del mercato al servizio dell’impresa. Perché la fiducia tra queste due figure permette di scavalcare i mille modi e i centomila costi accessori con cui viene spesso soffocato lo spirito dell’innovazione italiana.

Raimondo Bruschi e Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/7-febbraio-2013/isrl-2113885631029.shtml

COSTRUIRE L’ALLEANZA TRA IMPRENDITORI E STARTUPPER

Pubblicato su http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it del 31/Gen/2013

COSTRUIRE L’ALLEANZA TRA IMPRENDITORI E STARTUPPER

Avere una buona idea non basta, agli innovatori servono le competenze per metterle sul mercato

L’Italia si riempie di giovani con bellissime idee e di possibili canali (concorsi, finanziatori, bandi pubblici) che potrebbero sostenerne economicamente la realizzazione, la parola Startup fa da contorno a eventi che cercano di fare incontrare gli innovatori con chi ha soldi da investire, anche la politica si accorge della voglia di tornare a crescere che ha invaso l’Italia digitale e prova a dare qualche strumento minimo per non tarpare le ali ed evitare un probabile esodo verso lidi esteri. Questa è una fotografia possibile del 2012 visto da chi guarda il mondo dell’innovazione tecnologica italiana con lo sguardo di chi lo conosce bene e ne studia i movimenti. Per restare nel settore Internet, abbiamo visto molti giovani con idee di nuovi social network, applicazioni per cellulari, nuovi modi di usare i dati forniti dai colossi dell’informatica. Molti che ci provano perché l’alternativa, anni e anni di lavori precari in un Paese che stagna, è troppo poco attraente per coinvolgere davvero le menti brillanti. Questo non significa che ci riusciranno tutti, ovviamente.

Avere una buona idea è solo il primo passo: banalmente, in tanti avranno pensato che fosse fantastico realizzare un’automobile che si guidasse da sola, ma solo Google finora è riuscita a realizzarla davvero. Non è nemmeno sufficiente, purtroppo, realizzare la propria idea. La storia è piena di geni innovatori italiani che riuscirono a creare qualcosa di davvero innovativo, ma che non riuscirono a sfruttarlo commercialmente. Certo, si può creare qualcosa anche solo per la gloria, ma non è di questo che ci vogliamo occupare in queste pagine. Una Startup è semplicemente una nuova impresa. Guidata da un imprenditore.

Non basta fare qualcosa di bellissimo e utilissimo, bisogna anche metterlo sul mercato, trovare i primi clienti, migliorare il prodotto, venderlo. Questo spesso manca agli innovatori italiani, alla prima esperienza di creazione di impresa, e questo è quello che invece possono insegnare gli imprenditori «del fare», quelli che negli scorsi decenni hanno costruito l’ossatura economica dell’Italia in anni a volte facili, a volte difficili, altre volte difficilissimi come quelli che stiamo vivendo ora.

Agli innovatoriitaliani serve qualcuno che possa aiutarli a mettere sul mercato le loro realizzazioni, con l’esperienza di gestire un’impresa e di stare sul mercato. Gli imprenditori tradizionali hanno bisogno di un nuovo entusiasmo, il lancio di nuovi prodotti, di respirare il vento dell’innovazione che sta soffiando in tutto lo Stivale. E l’unione di startupper e imprenditori tradizionali non può che far bene a tutto il sistema paese.

Raimondo Bruschi, Francesco Zambelli
autori di http://www.adottaunastartup.com

http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/31-gennaio-2013/adottaunastartup-2113789273445.shtml

Equivoci in rete, ecco come venite classificati sul web ed in e-mail

Bresciaoggi.it, lunedì 28 Gennaio 2013
INTERNET, pagina 7

Equivoci in rete, ecco come venite classificati sul web e-mail

28 gennaio BSoggi
Equivoci in rete, ecco come venite classificati sul web ed in e-mail

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Se siete titolari di un ristorante, o di qualsiasi altra attività commerciale, di certo vi piacerebbe poter mandare un messaggio pubblicitario del tipo «Il tuo amico Mario è già stato da noi, chiedigli che cosa ne pensa». Le implicazioni del lancio del Graph Search, ovvero il nuovo motore di ricerca di Facebook, il social network più grande del mondo, sono moltissime. Chi investe in pubblicità on line negli ultimi anni lo ha spesso fatto utilizzando Google. Chi cerca un determinato libro, e vuole comprarlo on line, è felice di trovare immediatamente un negozio provvisto di quell´oggetto. Il venditore paga Google e sono tutti contenti.

LA PUBBLICITÀ su Facebook non è sempre stata efficace, perché gli utenti usano i social network per svagarsi, condividere opinioni, e molto raramente per cercare informazioni sui prodotti. Facebook è un social network, e il lancio del Graph Search apre una strada soprattutto per la pubblicità sociale. Comprare un biglietto per un concerto o un evento sarà più gratificante, se sappiamo che alcuni dei nostri amici saranno presenti.

Certo c´è un rischio per la privacy. Dovuta principalmente non a quello che l´utente decide, di sua spontanea volontà, di condividere con tutti. Il problema ora sono tutte le volte che, per scherzo o ironia, viene fatto «mi piace» su pagine o fatti che vengono poi male interpretati dall´algoritmo di ricerca. Così si rischia di essere classificati come «uomini a cui piacciono le prostitute», magari perché apprezziamo Pretty Woman. Sul blog http://actualfacebookgraphsearches.tumblr.com è presente addirittura una classifica di impiegati di multinazionali come McDonald che amano il razzismo.

Quindi, da ora in poi, bisogna stare attenti e riflettere su come può essere interpretato il nostro mi piace, anche tra qualche anno e da persone che non ci conoscono per nulla.

Discussioni in rete ai tempi d’elezioni

Bresciaoggi.it, lunedì 14 Gennaio 2013
INTERNET, pagina 5

Discussioni in rete ai tempi d’elezioni

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Ci sono sostanzialmente due modi per analizzare enormi quantità di dati: disporre di una rete di supercalcolatori o di una manodopera immensa. Una possibilità è quella di utilizzare grandi centri di elaborazione dati per cercare di prevedere il futuro, interpretando in tempo reale gli stati d’animo del presente.

Discussioni in rete ai tempi d'elezioni
Discussioni in rete ai tempi d’elezioni

Un esempio sono topsylabs.com, che si propone di analizzare quello che viene discusso sui social network, o la app gratuita per Iphone proposta da derwentcapitalmarkets.com per fare previsioni su andamenti di borsa. Strumenti importanti per un’azienda che vuole capire qual è la percezione del proprio brand o decidere dove vuole investire. Dati che sarebbe impossibile analizzare a mano: soltanto sul social network Twitter ci sono 400 milioni di messaggi pubblici al giorno (giugno 2012).

Si potranno un giorno annunciare in anticipo i vincitori delle elezioni? Di sicuro l’analisi dei big data può aiutare a capire se i sentimenti verso un certo candidato sono positivi o negativi, e parzialmente alcuni strumenti di misura dell’influenza riescono a distinguere se chi parla bene o male è un leader di opinione o un semplice cittadino che esprime la sua opinione soltanto a nome suo. Internet permette anche l’esatto opposto: la creazione di portali che facilitano la collaborazione tra le persone per raggiungere un determinato obbiettivo.

Restando sul tema politico, dopo gli Stati uniti arrivano anche in Italia piattaforme come https://factchecking.civiclinks.it/it/ che permettono di contribuire a controllare se le dichiarazioni di qualcuno sono vere o false. Siccome non si sa se arriveràmai il giorno in cui sarà un computer a decidere se scrivere la parola innocente o colpevole in una sentenza, entrambe le strade sono necessarie per l’evoluzione della nostra società.

Agenda-Monti, chi è stato a registrare i domini

Bresciaoggi.it, lunedì 31 dicembre 2012
INTERNET, pagina 18

Agenda-Monti, chi è stato a registrare i domini

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Agenda-Monti, chi è stato a registrare i domini.

Il dominio del Presidente www.agenda-monti.it ha certamente creato una certa ilarità, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Nelle proprietà del documento Agenda Monti pubblicato dal Presidente del Consiglio c´era scritto il vero autore, o ultimo revisore: il senatore, all´epoca della pubblicazione ancora del Pd, Pietro Ichino.

agenda monti
Agenda-Monti, chi è stato a registrare i domini, scritto il pdf, creato account twitter

Sempre riguardo all´agenda Monti il sito appena citato è stato creato come intestato a un portavoce (nel caso, Elisabetta Olivi) anziché a Mario Monti e questo è un rischio molto grosso, aggravato dal fatto che la email di riferimento di quel sito, nevio32@yahoo.it, è intestata ancora ad un´altra persona, Nevio Boscariol. Se queste due persone litigassero con Mario Monti, potrebbero usare i suoi canali ufficiali. Il fatto che attualmente sia in corso una richiesta di trasferimento significa che probabilmente l´errore è stato quanto meno riconosciuto e magari verrà risolto a breve.

Non ultimo il profilo twitter @SenatoreMonti è stato in dubbio sul più noto e truffaldamente autenticato dalla spunta blu delle persone autenticate da twitter stesso (usando lo sfondo) @SenMarioMonti.

Nessuno pensa che un professore di economia debba conoscere anche come si crea decentemente un file Pdf, ma questi errori sono molto comuni, anche tra gli insospettabili: in passato, avevano creato scombussolamenti alcuni documenti della CIA, pubblicati da un generale che pensava di aver nascosto i nomi di tutte le persone coinvolte nell´operazione che aveva portato alla morte dell´agente dei servizi segreti italiani Nicola Calipari.

Una frase di un politico hackerata potrebbe far oscillare interessi nazionali e internazionali: in questo sono molto più accorte le Pmi che quando vogliono darsi un´identità, non la improvvisano. O almeno, non sempre.

 

Sviluppo 2: partenza con il nodo finanziamenti

Bresciaoggi.it, lunedì 17 dicembre 2012
INTERNET, pagina 60

Sviluppo 2: partenza con il nodo finanziamenti

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Il decreto Sviluppo 2, contenente le misure a favore delle Startup, è stato convertito in Legge.

Le agevolazioni includono bonus del 35% per le assunzioni qualificate, contratti di lavoro più flessibili ripetendo più volte i contratti a tempo determinato, detrazioni Irpef per gli investimenti in Startup pari al 19%, e una delle cose più chiacchierate: il risparmio per la creazione delle aziende (446 euro in meno tra bollo, segreteria e Cciaa).

decreto sviluppo 2.0
partenza con il nodo finanziamenti

Basterà questo a impedire l´esodo dei giovani innovativi italiani verso altri porti, come Stati uniti, Germania, Asia o Sud America? Ovviamente no. Ma è un passo importante: per la prima volta si parla di innovazione in maniera seria anche dentro le leggi italiane.

Centrale rimane il tema del finanziamento.
Molte sono strade non convenzionali per raccogliere i soldi necessari a realizzare le proprie idee innovative.

Sempre più Startup negli ultimi anni hanno scelto la strada del crowdfounding, ovvero raccogliere soldi (founding) da un folto numero di persone (crowd) che partecipano a vario titolo. I siti a questo scopo pullulano e spopolano. Ci sono il colosso internazionale Kickstarter, dedicato solo a progetti creativi, come l´italiano produzionidalbasso.com che esiste addirittura dal 2005. Alcuni sono solo specializzati in Startup vere e proprie, come growvc.com, altri come Kapipal (a dispetto del nome, italiano pure questo), con il quale raccogliere soldi anche per progetti personali come un matrimonio, e l´ultimo arrivato DeRev che aspira a trasformare le idee in rivoluzioni. Queste sono piattaforme, che danno visibilità ma non molto di più.

 

Come al solito, come in ogni impresa, sta all´imprenditore essere in grado di convincere migliaia di persone a credere in lui e finanziare il suo progetto.

 

«Net neutrality», dibattito aperto sull´arbitrarietà

Bresciaoggi.it, lunedì 03 Dicembre 2012
INTERNET, pagina 16

Net neutrality, dibattito aperto sull´arbitrarietà

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

La neutralità della rete Internet inizia a essere argomento di discussione non solo nei blog e nelle riviste specializzate ma anche tra i cittadini informati. Sintetizzando, la «net neutrality» è il principio secondo il quale la rete a banda larga dovrebbe essere priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi.

banda larga e dispositivi connessi
Paghi ha diritto al servizio migliore

Non è un crimine che chi paga di più abbia diritto a un servizio migliore. Finché la questione resta chiusa nei limiti della tecnologia (ho una connessione più veloce e quindi navigo più veloce) non sembrano esserci problemi. Se però la connessione è migliore non per limite fisico, ma per scelta commerciale della compagnia di telecomunicazioni, si comincia a storcere il naso.

E i contenuti? Molti paesi restringono la fruibilità di alcuni contenuti, perché considerati illegali. In Cina non si trovano facilmente le notizie dedicate al Dalai Lama o al massacro di Piazza Tien An Men, in Italia vengono periodicamente oscurati siti che forniscono informazioni sulla disponibilità di scaricare film piratati o le dirette streaming delle partite di calcio.

Le leggi repressive nei confronti dei blogger e le restrizioni del web sono decise in ogni angolo del pianeta. Alcuni siti di informazione italiani (tra cui i maggiori quotidiani) sono consultabili on line se ci colleghiamo da casa o dall´ufficio, mentre gli stessi contenuti sono a pagamento se ci colleghiamo dal cellulare.

È in corso la conferenza Wcit delle Nazioni unite, convocato dall´Unione internazionale delle telecomunicazioni. Verrà modificata la Regolazione internazionale delle telecomunicazioni (ITRs) che è in vigore dal 1999: ci sono mille e 300 proposte sul tavolo. Forse esagerando un po´, il gigante del web Google ha lanciato una campagna per evitare che in questa sede possano essere decise nuove censorie.

 

Cloud e futuro: anche la nuvola è fisica

Bresciaoggi.it, lunedì 19 Novembre 2012
INTERNET, pagina 64

Cloud e futuro: anche la nuvola è fisica

Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu

Cloud e futuro: anche la nuvola è fisica
Cloud e futuro: anche la nuvola è fisica

Una recente inchiesta del New York Times, accompagnata dal video «Into the cloud», ha fatto il punto su quanto costa in termini energetici ed economici il gigantesco insieme di Data center che sono sparsi nel mondo.

Per molte persone è stata un´ottima occasione per capire che la rete Internet è fisica, reale, così come sono fisici i computer che fungono da server e che permettono ai siti web di essere navigati e alle applicazioni per Iphone di essere funzionanti.
Anche la «nuvola» ha fisicità. Anche i server virtuali sono dei processi su una macchina fisica, hardware, uno di quegli oggetti che come si diceva nella vecchia barzelletta «per distinguere l´hardware dal software ricordati che contro il software che non funziona puoi solo inveire, mentre l´hardware lo puoi anche prendere a calci»

Internet è così fisica che l´uragano Sandy quando ha colpito la costa orientale degli Stati uniti ha «spento» alcuni dei blog più famosi del mondo, ospitati proprio in Data Center di quelle zone. Anche nel mondo contemporaneo, insomma, la forza della natura può avere la meglio su tutto.
Sono cose che gli imprenditori della prima generazione di Internet sanno bene, soprattutto chi ha come core business un data center dove custodire con cura i servizi di migliaia di clienti.

I giovani invece spesso dimenticano la concretezza della «nuvola», del «cloud», di quegli elaboratori che vanno tenuti in ordine e in efficienza per poter essere sempre pronti a rispondere.

Si diffondono sempre di più le connessioni senza fili, ai meno esperti sembra che internet sia nell´aria e che tutto funzioni tramite onde. Non è così e ogni email che inviamo per arrivare al nostro vicino di casa potrebbe fare prima il giro dell´Europa o del mondo. Sì, anche se arriva istantaneamente …