Il digitale e la tecnologia rischiano di scatenare una vera e propria caccia alle streghe, alimentata da un gruppo di #tecnolipodisti (un neologismo che unisce i concetti di ‘tecnocrati’ e ‘oligopolisti’, descrivendo coloro che hanno accumulato ricchezze grazie alla tecnologia e ora esercitano un potere sproporzionato, profilando i consumatori e sfruttando i dati per consolidare il loro dominio).
Questi individui, avendo accumulato enormi ricchezze, ritengono di avere il diritto di governare il mondo. Profilando i consumatori, sono in grado di gestire enormi quantità di dati e informazioni per consolidare potere e guadagni, con un vantaggio anticipato incommensurabile a loro favore, spesso ignorando le gravi implicazioni etiche e sociali delle loro azioni.
Le attività che hanno favorito le loro fortune economiche si sono spesso concentrate sul profilare i consumatori e gestire le informazioni (inizialmente per offrire servizi migliori e successivamente per sfruttare il valore dei dati e delle informazioni, considerati il ‘nuovo petrolio’). Così facendo, hanno acquisito un potere enorme, con una visibilità esponenziale e una disponibilità economica esacerbata che gli ha permesso di ‘acquisire’ ogni nuova idea di business e opportunità similare, facendo leva sulla ‘scalabilità’ tipica del mondo delle startup.
Tuttavia, tale potere è il risultato di una ‘benevola ignoranza’, di ‘disinteresse’ o, peggio ancora, di una comprensione superficiale da parte dell’establishment politico riguardo le dinamiche interne della tecnologia. Questo atteggiamento ha portato a una costante sottovalutazione dei rischi legati all’uso di queste tecnologie, che oggi emergono come una vera e propria Etica della Tecnologia.
Nonostante i numerosi avvertimenti da parte degli ‘onesti tecnici’ e l’assenza di intervento da parte degli organi ‘antitrust’, che hanno cercato di mettere in guardia sulle implicazioni etiche e sociali, tali avvisaglie sono state spesso ignorate, probabilmente a causa della ricchezza che la tecnologia genera. Un’attrazione irresistibile che alimenta un fascino tale da rendere difficile coglierne le ombre.
Questa evidenza è particolarmente rilevante, poiché mette in luce la necessità di affrontare le implicazioni morali ed etiche legate all’uso dei dati e delle informazioni, offrendo uno spunto per una riflessione profonda che possa anche dare vita a un dialogo costruttivo su come affrontare il futuro tecnologico in modo responsabile, sia per chi ne è attore che per chi è semplice utilizzatore o utente.
Con l’aggiunta della spiegazione del termine “tecnolipodisti” subito dopo il suo primo utilizzo, il testo ora rende chiaro il concetto e invita a riflettere su un tema cruciale. Questo aiuterà i lettori a cogliere appieno il messaggio provocatorio e critico che intendi trasmettere. Cosa ne pensi?
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