La differenza tra dire e fare #verybello #stocaz2o

Per sviluppare il territorio dalle sue eccellenze, generando imprese ed occupazione, bisogna tirarsi su le maniche e darsi da fare. Coinvolgere attori in relazioni, che generano opportunità e lavoro, anche usando il digitale. Inefficace cercare soluzioni effimere nei “portali”, dove non si sà se si parta (per dove) o si arrivi da qualche parte.

Il compito del governo centrale o locale e territoriale, sembra continui a confermare il dar spazio ad azioni di marketing nel digitale (e non solo), con il dubbio che l’ignoranza continui ad essere lo spendere per soddisfare, senza reale beneficio immediato (resa) o futuro (d’investimento) al popolo contribuente, che lo consente con le proprie tasse pagate, il cui fine resti il consenso nella sola arroganza dell’autoreferenzialità.

http://mgpf.it/2015/01/25/verybello-le-mie-considerazioni-tecniche.html
http://mgpf.it/2015/01/25/verybello-le-mie-considerazioni-tecniche.html

Recente l’esempio rappresentato dal portale verybello.it . Una grafica e funzionalità dubbia (di cui alle note tecniche) sembra essere frutto della più leggera analisi nel costruire progetti di comunicazione.
Affidandosi ad “esperti consulenti di comunicazione e grafica digitale” forse da tempo fermi su schemi che del coinvolgimento e partecipazione (web 2.0) non hanno conoscenza.
Eleggendolo (con la registrazione del dominio, effettuato a nome degli stessi o riferendosi a utenti stranieri senza lingue aggiuntive, che ingrosseranno i soli 13 Ke già spesi) tra le peggiori storie della rete italiana (ricordiamo italia.it costato 40 Mke): frutto d’esperti e committenti reciprocamente a caccia di cassetto e visibilità, con progetti inutili e da incompetenti, che molti chiamano “portali”, degni di una borsa di studio in Internet dell’anno 2000.

Conferma dell’inutilità di un portali a se stanti nel turismo , lo spunto nel mondo reale già oggetto di un post , e’ evidente dall’analisi d’interesse sulla domanda già esistente, dove si può agire positivamente per costruire percorsi estesi a tutte le attrazioni, naturali e artistiche Italiani.

https://www.facebook.com/raimondo.bruschi/posts/10206317587678668

Per inciso: Dalla analisi infografica della foto allegata, si può dedurre che solo nel momento in cui si vende Sirmione o Venezia , i quali godono di maggiore visibilità e redditività sul turista straniero, si può abbinare la proposta di una visita a Pompei, che come analizzato non sta proporzionalmente nelle prerogative di scelta.
Opportunità che si può cogliere là dove accade, sul pc a casa del turista al banco dell’agenzia, ovunque si colga il sogno di un vacanza in Italia per Expo2015.
Dove, e mentre, si vende la panna montata “a forte domanda” si può cercare di associare il “pane”, per pur buono che sia, in proposte sinergiche d’esplicito bundle o indotto,  che se degustato con tecniche indotte potrà divenire cibo quotidiano. Prendere il cliente là dove compra non in una vetrina da presentare tra tante, che è la definizione edotta di un “portale a se stante” nell’accezione del caso.

Tradotto: Non si può sperare di vincere, sperando che il “nostro turista” digitando nel motore di ricerca, a casa sua in NewYork o Cina, sul suo PC “Expo2015” arrivi al “nostro portale” che valorizza la zona, i valori o prodotti gastronomici, ci trovi e preferisca come meta alla cara Sirmione o Venezia, ricordata nelle gondole sulla TV della vicina, cimelio del viaggio che fece in Italia.

E’ possibile ottenere risultati utilizzando il digitale come punto di partenza o di supporto, ma con sforzi e presupporti diversi, conoscendo la rete e i suoi meccanismi, che come per tutti i canali di vendita e promozione deve ragionare e soddisfare la condivisione d’interesse di molteplici attori, dando ad ognuno il proprio carico di sforzo e impegno di promozione, per ottenere una sinfonia di successo, che può avere o trovare da un sito web (o portale) il volano per partire o arrivare. 

Per non solo criticare chi fa, ma a testimonianza di come si possa fare :Concretamente realizzato da qualcuno che la rete la conosce
https://www.eccellenzeindigitale.it
– trovano spazio le testimonianze filmate, già sinonimo di tradurre investimenti in lavoro e creazione di nuovi patrimoni digitali da utilizzare e diffondere :
https://www.eccellenzeindigitale.it/storiedisuccesso
– formazione e opportunità di nuova occupazione e presidio del territorio con una rete d’esperti geolocalizzati e di tutto l’indotto che creino :
– Convoglimento di enti locali come le Camere di Commercio, regionali e centrali come Unioncamere e Mise, in un esperienza che scala e uniforma, oltre che amplificare :
https://www.eccellenzeindigitale.it/supportosulterritorio
– Che promuove l’export https://www.eccellenzeindigitale.it/export e le valutazioni interattive e specifiche :
– Soddisfando la sostenibilità economica e di diffusione del mezzo propria :
https://www.eccellenzeindigitale.it/ilmiopiano#/start1
ecc.. il sito “eccellezzenzeindigitale” è citato solo per farne un’esempio concreto
Seminare è un attività da sostenere, ma gettare il seme al vento sperando che trovi terreni fertili, è un peccato descritto anche nelle sacre scritture.

Alcune opinioni in rete : 

Matteo Giovanni Paolo Flora  in un’ analisi tecnica
Un suggerimento di Riccardo Luna il Digital Champions Italiano
Un post di Raimondo Bruschi.

Il grattacielo di Piazza Vittoria a cui sono legato da adolescenziali ricordi

Bigio_Piazza_Vittoria_BresciaRicordi dell’infanzia sono legati a questo grattacielo, costruito nell’epoca fascista in stile Impero della centrale Piazza Vittoria a Brescia.

Ho passato parecchio tempo  all’Undicesimo piano, da cui si domina tutta la città. Una panoramica di 360 gradi, grazie alle grandi terrazze che lo circondano, dotate di vasoni per le piante d’oleandro, il cui getto per innaffio spesso indirizzavo verso l’esterno, creando una pioggia per i passanti.Grattacielo-Brescia

Le cinque finestre a vetrate che davano sulla piazza, erano l’opportunità d’essere pulite in piedi sul cornicione, per dare spazio alla infantile sfida della soddisfazione di una prova di coraggio.

Composto da saloni con alti soffitti e scricchiolanti parquet di pavimento, in cui si diffondeva il silenzioso profumo di tessuti ed i rumori delle macchine della sartoria di mio padre.

Sono alcuni dei ricordi a cui sono più legato fino all’era della mia adolescenza, immerso in un benessere del lavoro artigiano che ancora oggi è il fondamento di molti valori.

Il link ad un approfondimento storico e architettonico
La visione da google street viewer

Vorrei vedere il Brescia Calcio fallire

Vorrei vedere il Brescia Calcio fallire
Sforzi e risorse per salvarlo, indirizzati altrove.

Provocazione per un contraddittorio che faccia crescere in altre direzioni

Premesso che il calcio, sia lo sport popolare, la passione di molti (sempre meno appassionati e spesso più sede di sfogo di frustrazioni e generatore di violenza, opportunità di fatturati e spese improduttive, ..bla,bla,omissis..) considerando che generi anche un indotto occupazionale e di lavoro…. detto questo, proseguo omettendo per non rischiare il linciaggio. 

La settima scorsa il sindaco della nostra Brescia, ha incontrato la tifoseria per rassicurarla dell’interessamento (giusto atto dovuto, nessuna accusa ad averlo fatto, nulla in contrario) nel trovare una soluzione alla crisi che potrebbe portare la squadra cittadina al fallimento (da sempre oscillante nelle due serie maggiori) ovviamente nella situazione di non potere contribuire economicamente, per cui senza poterci mettere un soldo.

A latere de:

  • una salvezza che si scontrerebbe con uno stadio caduto in pezzi da decenni, per contro d’un nuovo possibile nuovo palazzetto che sarebbe più utile a sport minori.
  • il coinvolgimento d’importanti imprenditori locali e di una banca Bresciana, che scendendo in campo dovranno arginare raccogliendo subito 4 milioni di Euro e qualche decina successivamente (dicono gli informati)

Mentre basterebbe forse anche meno, per soffermarsi ad analizzare questo progetto o altri innovativi, anzichè dedicare risorse e tempo ad una squadra di calcio. Per capirne studiarne il potenziale in più direzioni. Usando il caso specifico di OSvehicole :

  • una mobilità pubblica piu’ sostenibile per un automezzo elettrico (2.000 euro la scocca , 1.000 il motore e altrettanti a corredo) magari localmente prodotta. Mezzo con un costo totale di 6000 euro massimo, che potrebbero essere parte della flotta nella formula di car2go o enjoy a beneficio locale. Soluzione sostenibile nella pubblica e privata mobilità locale, o nulla vieta che siano i mezzi di una nuova generazione di taxisti (in risposta ad uber)
  • opportunità per un industria locale , seduta sugli allori d’un tempo. Stimolata a progettare con la facoltà d’ingegneria i modelli da produrre localmente, per una mobilità locale pubblica e privata. Uno stimolo professionale alla ricerca di nuovi materiali e designer, un nuova generazione di stampatori, assemblatori, meccanici e riparatori.

Creando occupazione, opportunità incomparabile con la prospettive di crisi crescente per industrie e lavoratori, che consenta a più famiglie di vivere in un ambiente più sano (mezzi pubblici e privati meno inquinanti). Destinando gli investimenti, oltre che ad un fine economico produttivo e commerciale di più ampio beneficio, potrebbero essere direttamente o indirettamente e parzialmente maggiormente utili ad un calcio più praticato, in ogni piccolo spazio o ad alternativi sport, con un palazzetto adeguato.

Non me ne vogliano i tifosi o l’indotto del calcio,
forse sarà vero che vivrò in in mio mondo, ma non riesco a capire

Vorrei incominciare a vivere: in una città intelligente !
Una città che coglie nelle difficoltà i vantaggi competitivi,
in un innovazione che proietti in nuove dimensioni,
in un contesto che pensi all’ambiente,
creando opportunità di lavoro per le sue aziende,
protesa a generare nuova occupazione.

Perchè solo cambiando si risolvono problemi che affliggono la città e la cittadinanza 

Nuove soluzioni per un nuova città
Nuovi spazi, per essere e ritrovarmi nella città in cui sono nato e vissuto, di cui sono orgoglioso. Forte di un contesto innovativo e non ferma a valori storici del passato, importanti, ma da mantenere a caro prezzo sociale. Per un prestigio che forse è il caso d’archiviare, che potrà forse avere spazio dalle ceneri di ciò che avremo il coraggio d’ammettere fallito

Alle prese con l’innovazione

Non ci sono più ostacoli tecnologici per migliorare la vita, ma bisogna risolvere una forte rivoluzione sociale per applicarli

L’innovazione per definizione è il “nuovo”, o “futuro”. È una costante di tutti i tempi.  Ha spinto all’evoluzione gli uomini e il mondo delle imprese dalla notte dei tempi. Ha creato opportunità o vantaggi competitivi nelle soluzioni di prodotto o servizio, ma con quali impatti crescenti ?

Molte professionalità, specialmente artigianali italiane, sono state il frutto dell’intento di migliorare lavorazioni o servizi, di prodotto o  erogazione. Hanno determinato un bagaglio d’esperienze e costituito il “valore” dell’azienda o del professionista, titolandone il successo.

Alla base di questi successi c’è sempre stata l’applicazione tecnologica. Nell’uso di materiali, nel trattarli ed elaborarli, per ottenere nuove soluzioni o utilizzi che evolvevano gli esistenti in nuova forma. Fin dalla conoscenza e padronanza del fuoco, il rapporto con l’innovazione è stata una prerogativa dell’uomo.

Con l’evolvere e sovrapporsi delle conoscenze e competenze, il complesso d’attrezzi e tecniche tramandati e coinvolti si è allontanato dall’individualità, diventando un bagaglio di cambiamenti radicali, tesi a produrre meglio, maggiori quantità, a costi inferiori, con accessibilità di mercato, con una velocità che ne faceva crescere il benessere diffuso.

L’aumento dell’occupazione con il coinvolgimento di spettri più ampi di popolazione, durante la rivoluzione industriale, faceva pensare a una illimitata corsa verso nuovi risultati di prodotto, servizi e benefici, di cui tutti avrebbero goduto per ottenere una migliore qualità di vita.

Escludendo le lotte di classe o le guerre di religione, che tendevano a far superare barriere sociali e diffusione della partecipazione, sia che fossero di materiali o meno, per un certo periodo il mondo si è sostenuto sulla disponibilità illimitata ed incontrollata di risorse naturali e tecnologiche, che l’uomo grazie all’innovazione ha trattato, per generare (in fattore di maggiore moltiplicazione) procedendo parallelamente in favore di una diffusione del benessere e della crescita sociale.

Recentemente la tecnologia ha introdotto alcuni processi di lavorazione e produzione/ erogazione, che seguendo regole finanziarie sempre più elaborate e proprie arrivano a creare ricchezze e patrimoni distanti dal mondo reale. Di certo la componente dell’automazione prima meccanica e poi elettronica nei processi produttivi, ha incrementato la velocità del procedere dell’innovazione. I limiti raggiunti traguardano e prospettano un panorama depauperato di sostenibilità ambientale ed economica, quasi ad aver superato i benefici collettivi e sociali che ispirano l’innovazione e accettano il soccombere di alcuni profili professionali o successi aziendali a perdere.

I valori sociali condivisi, che vanno tutelati per l’interesse generale nel modo del lavoro e professioni, con la globalizzazione e la caduta delle barriere del trasporto di cose, persone e informazioni, si pongono a stridere e a elevarsi per essere le nuove barriere da superare per l’innovazione, dove fortemente la tecnologia ha superato lo spazio di tempo necessario per essere accettata e assorbita dal sistema nei processi di disintermediazione e ricollocazione occupazionale che crea.

Se maggiore è il numero di anni trascorsi tra l’avvento del treno e degli automezzi del mondo dei trasporti, sono bastati una manciata di anni in accelerazione progressiva per la trasformazione del supporto di riproduzione e diffusione dell’immagine e del suono, dal disco e pellicola ed i sistemi di distribuzione, passando per cassette e cd alla fruizione telematica televisiva o informatica in tempo reale. Dove anche l’intero mondo della comunicazione vive una disponibilità informativa che pone nuovi paradigmi e modelli sociali bruciati in un messaggio di twitter.

Su questi nuovi canali si formano e  diffondono idee e proposte, spesso affascinanti in termini delle prospettive e ricadute, ma che celano forse maggiori disagi sociali dei benefici che generano.

I livelli raggiunti di tecnologia e diffusione implementano soluzioni e aspettative a un livello di contaminazione d’applicazione che non lascia spazio a dubbi e riflessioni fagocitando insuccessi di scelte (compresa la scelta dell’immobilismo), pena il far scendere la serranda.

Abbiamo vissuto con freddezza personale ed entusiasmo tecnico, l’avvento del CD sulla cassetta audio e video per arrivare a ristretto spazio all’ on demand per il video casalingo.

La digitalizzazione della musica, che ha trasformato il vinile in file, ha costituito anche una presa di posizione vendicativa nei confronti dei costi imposti nel supporto di trasmissione fisico, a favore del download abusivo e selvaggio, quasi a  sfida dei regni dei produttori e diritti d’autore: lo è sentiment di molte delle scelte recenti, che sembrano essere beneficio collettivo, nascondendo nell’uso di tecnologia posti di lavoro persi che stentano a lasciare il tempo di crearne di nuovi.

E’ il caso recente di applicazioni per taxi con autista (come UBER) in mercati protetti e contingentati, o degli odontotecnici e dentisti collegati nel destino del procedere dell’innovazione nei processi di due mercati che sembravano senza possibilità di essere toccati, nella professionalità svolta da categorie predefinite e chiuse per titoli e licenze da maturare o d’investimento.

Innovazione Scanner Impronta Dentale (fonte http://www.lob.it )
Scanner Impronta Dentale – fonte http://www.lob.it 

Innovazione Stampa 3d impianto dentale (fonte http://www.lob.it )
Stampa 3d Impianto Dentale – fonte http://www.lob.it
La foto di destra è uno scanner, che letta l’impronta tradizionale la digitalizza. Potrebbe già esserlo se il dentista usasse una soluzione di rilevazione della dentatura esistente elettronica, ampiamente disponibile. L’odontotecnico elettronicamente disegna i nuovi denti, la cui base viene stampata in 3D al di fuori del laboratorio e potrebbero essere posta e adeguatamente colorata in bocca al paziente con un’esperienza da dècoupage hobbistico

L’odontotecnico potrebbe lavorare dal pc della cameretta di suo figlio, riuscendo a sostenere il minor margine e chiudendo il laboratorio. Eliminando i costi sostenuti per dipendenti e gli investimenti in attrezzature, le norme a cui attenersi in materia di salute e sicurezza, ecc…
Lo studio dentistico diventerà un semplice studio per la cura e preparazione, a meno che non venga inventata anche la pastiglia anticarie. Norme a parte, che consentano o contengano, la de.professionalizzazione odontotecnica è segnata. Ma:

Da questi professionisti si alimentavano lauti guadagni di fornitori, i quali pagavano il conto per le lavorazioni dentali loro e dei propri figli. In pratica se gli odontotecnici e i dentisti mangiavano con la bocca dei pazienti, ora si può temere che pazienti non avranno modo di riempire la propria bocca.

Un analogo caso potrebbe essere di impatto significativo nella gestione dei servizi pubblici, nella volontà di ricercare sostenibilità ambientale e sociale.

Avvicinandosi con il proprio cellulare ad un fermata del bus è facile ottenere l’orario di arrivo del mezzo. Ma simil dato è ottenibile senza dover essere così prossimi alla fermata cittadina, consentendo anche di richiedere il fermarsi del mezzo lungo il percorso (a favore di una maggiore fruibilità). Possibilità (tecnologia abilitante) utilizzabile anche da casa, identificando il solo punto di destinazione.
Si potrebbe così ottenere un’innovazione epocale nella gestione del trasporto pubblico, intercettando le richieste di tutti gli utenti e ottimizzando in tempo reale il percorso di mezzi automaticamente instradati e gestiti.
Indicato il dove voler andare al proprio cellulare, si potrebbe ottenere la risposta calcolata “il mezzo arriva tra 5 minuti”, previo servire altro utente sullo stesso percorso e includendo un tollerabile cambio di percorso per il successivo.

Il tutto è molto simile all’idea di chiamare un taxi in una modalità condivisa, stile car sharing del trasporto pubblico. Ma la domanda da porsi non è il vantaggio della sostenibilità ottenuta senza l’uso di linee di trasporto pubblico predefinito (soddisfacendo la relativa ottimizzazione dei rami secchi, tanto cara agli esami di Economia dei Trasporti) o l’evoluzione del taxi senza autista o a guida monitorata (diminuzione del trasporto unitario su gomma cittadino) o il valido supporto d’inter.trasporto urbano a supporto di linee su rotaia (Ferroviarie o di Metropolitana).

A parte il vantaggio di produrre nel breve nuovo lavoro per startup di programmazione e commesse per imprese nel settore dei mezzi pubblici. Possiamo considerare l’implementarlo a costo d’irrisorie applicazioni da cellulare e la tecnologia consolidata alla portata di mano e tasca di qualsiasi amministrazione.

Resta il grande problema sociale:
Nel che farne di tutti questi lavoratori (guidatori di bus urbani e taxisti) ?

Ma né le stampati e gli scanner 3D o i mezzi elettrici autoguidati contano nulla, oggi potrebbero essere i droni, le app, i google glass ecc.. Siamo di fronte ad innovazioni che sono applicazioni tecnologiche al pari del carbone o altro combustibile sostituito dal gas cittadino o teleriscaldamento per uso domestico. Con l’unica differenza che non sono servite centinaia d’anni, ma solo pochi decenni per passare dal disco in vinile al video on demand di Sky. Pochi anni perchè una stampante auto.costruita scaldando un filo plastico, diventi “ricevere un file per stampare il prodotto acquistato”.

Quanti anni impiegavano le innovazioni ? Un periodo che consentiva di far accettare i cambiamenti e introdurre nuove professionalità, con percorsi di riqualificazione e riposizionamento, permettendo di far crescere le generazioni che seguivano.

Per cui le domande da porsi sono: La tecnologia ha superato la soglia delle sostenibilità sociale ? Saremo in grado di garantire, riconvertire e riassorbire, in accettabili nuove forme e mercati, la terza rivoluzione industriale ?

Dovremo imparare ad innovare i nostri approcci e non solo a subire l’applicazione della tecnologia nell’innovazione.

ne parleremo Venerdi 20 alle ore 9,30 in Camera di Commercio di Nuoro in via Michele Papandrea 8 

il link dell’evento: https://www.facebook.com/events/557248474394301

altri articoli di riferimento : 

Intervista a Nicola Pirina http://trasferimentotec.wordpress.com/2014/06/18/24-sinapsi-dinnovazione-gli-innovation-manager-intervista-a-nicola-pirina-_-innovation-strategist/
Articolo IMSardegna http://www.imsardegna.it/modules.php?name=News&file=article&sid=176
Basilicata Innovazione http://www.basilicatainnovazione.it/news/basilicata-innovazione-al-convegno-a-nuoro-sulle-imprese-hi-tech/
Local Genuis http://www.localgenius.eu/digital-and-startup-nuove-imprese-ad-alta-tecnologia-e-ad-alta-conoscenza-un-convegno-alla-camera-7147.htm
La Barbiagia NET http://www.labarbagia.net/notizie/comunicati-stampa/7650/convegno-le-nuove-imprese-ad-alta-tecnologia-e-ad-alta-conoscenza-digital-and-startup
Cronache nuoresi http://cronachenuoresi.it/2014/06/16/camera-di-commercio-seminario-sullavvio-di-imprese-nel-campo-digitale/ 
Sardegna Reporter http://www.sardegnareporter.it/?p=5117
Eventi Formez http://eventipa.formez.it/node/20867
network
network imsardegna  – http://imsardegna.it

Misuriamo il fermo di WIND LIBERO INFOSTRADA #WindDown

Quando gli assenti si possono misurare

Dall’analisi del traffico in rete si può dedurre il peso di WIND LIBERO e INFOSTRADA
in virtù del down di rete intervenuto nella tarda mattina del 13/Giugno/2014

Questa e’ l’analisi del traffico per 50.000 domini di http://we.are.ancara.net e http://unitedhost.eu con 1 Gb di utilizzo massimo di Hosting Puro. Praticamente nulla !

Taffico ancara.net + unitedhost.eu
Taffico ancara.net + unitedhost.eu -fonte interna

Tratta da Aruba.it a MIX spentasi al fermarsi di WIND – 5Gb al mix, traffico da utenti di Aruba.it che si è immediatamente instradato presso su altro operatore !

aruba.it - 5 Gb
aruba.it – 5 GbFonte: http://network.aruba.it/gwarubaGraph.htm

Questo e’ il grafico che può darci un idea della misura del traffico Italiano al MIX di WIND, LIBERO e INFOSTRADA (dove principalmente molto o quasi tutto il traffico Italiano afferisce per interconnettersi)

Traffico dati Internet al Mix

FONTE: Traffico dati Internet al Mix http://www.mix-it.net/statistics/cgi-bin/14all-Totale_globale.cgi?log=totaltraffic_global

Confrontando i grafici (le due montagne) la prima di ieri e la seconda di oggi , si nota l’erosione dovuta ad off line o down di un importante operatore come WIND – INFOSTRADA – LIBERO

Ogni tacchetta del grafico sono 5 Gb, per cui si può dedurre un erosione di 15 Gb su 150 Gb totali, che sono massimo il 10 % del totale di traffico italiano. Dove, se ho ben letto, i disservizi hanno toccato dal 24% al 40 % della rete dell’operatore coinvolto (ma non abbiamo dati certi) da cui se ne potrebbe dedurre la percentuale di mercato !

Uso della rete internet al 100 % #ipv6

Dal 6 giugno, gradualmente si presenteranno problemi, in base ai protocolli IP gestiti dai propri provider di connessione o server in rete internet.
Inibendo la possibilità di raggiungere le proprie mete desiderate o l’essere raggiunti da alcuni utenti. È giunta l’ora d’esser sopportati anche in IPV6 oltre l’attuale IPV4

20140206-235722.jpg

densità per nazione in % di connessioni disponibili in IPV6

Solo le utenze di nazioni contrassegnate in verde già da ora godono il 100 % del poter essere visitati e visitare. Il “colorare, con un verde forte” il proprio accesso o server in rete internet, sarà l’ennesimo elemento di differenza. Evviva il digital divide !

http://www.internetsociety.org/deploy360/blog/2013/12/campaign-turn-off-ipv4-on-6-june-2014-for-one-day/

Sappiamo dove sei e cosa fai sempre

Leggo presunte fughe di massa da facebook, perchè troppo invasivo della privacy o pieno di publicità. Ma forse c’e’ di peggio, qualcuno conosce dove e quando siamo SEMPRE, senza averlo richiesto ! Unica differenza è che avviene forse in modo meno evidente !

Come puo’ avvenire ?

La mia risposta ed esperienza su facebook è:
“ciò che vedi è ciò che dovresti preferire vedere”
Interventi sciocchi, risultato di tanti click, su amicizie leggere o indirette, preferenze desunte (il sistema analizza le abitudini creando dei collegamenti logici, dovrebbero rappresentare le preferenze dirette o indotte)

Quando scrissi in Facebook, prima di una pausa pranzo, che “avrei mangiato di più dopo aver visto il prosperoso seno della consigliera lombarda alla regione lombardia” per giorni mi propose visite a piacenti femmine. vedi anche EDGERANK, algoritrmo di facebook

Tanti post pubblicitari ? :
A parte quelli ricorrenti di noti giornali, che ripropongo con titoli ad effetto, scandali e sensazionalismi, recentemente la politica di visualizzazione dei post in Facebbok e’ cambiata, forse in favore di peggior forma.
Lo si deduce leggendo un articolo che descrive come cambia attività dei community manager , professionisti del settore. Si comprende come “la disponibilità ad investire”, condizionerà forse in danno della Piccola Media Industria (spesso poco propensa all’innovazione), che ne aspirava in visibità a basso costo, basta leggerlo in facebook ti vedono se acquisti post promozionati e ci stanno pure già gli Spot:

Ma google, il grande aiutante delle rete, con i suoi servizi gratuiti, non forse cosi consapevolmente per l’utente, tratta tutti i nostri spostamenti fisici :

Utilizzare gmail, seppur ricordato e ripetutamente, a differenza di un proprio indirizzo email presso un qualsiasi provider a pochi euro (15 eu anno, per 5 indirizzi email personali ed utilizzabili da tutti i componenti della famiglia o funzionali, con aggiuntivi altri 5 euro si ottiene  il proprio blog o www. Grande consiglio disatteso a scapito della gratuità di utilizzare Gmail ) traccia e censisce tutta la corrispondenza.
In questi giorni si denuncia facebook di farlo nella messaggistica ma da sempre la grande G lo fa !

Pochi vedono e sanno, cosa di peggior accade con Google: 
tutti immaginano che google tracci l’uso dei suoi servizi e le preferenze espresse, con il censimento di tutte le richieste e pagine visitate tramite il suo famoso motore di ricerca conservandone la cronologia. Ma in fondo l’uso gratis e con estrema comodità di un motore di ricerca, non può interessare se profili l’utente, un prezzo da pagare, nulla e’ gratis.

Ma mai avremmo immaginato, senza uso di satelliti ed espressa volontà, che qualcuno potesse sapere dove e cosa facciamo SEMPRE !

Nell’immagine ed il filmato a seguire l’evidenzia nei percorsi e orari.

Non solo in movimento in auto, ma dentro casa propria (questo e’ il mio di stamane) :

come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google
come mi sono spostato oggi dentro a casa mia secondo google

Google registra sempre, con dovizia di dettaglio, ogni spostamento significativo, in ogni nostro momento di tutta la giornata. Premi qua per vedere tutti i tuoi spostamenti, conservati fino a 30 giorni precedenti ad oggi (o per tale periodo massimo ne da possibilità di consultazione).

Il grafico posto nella zona inferiore, indica l’incidenza di spostamento media, dandone rappresentazione e traccia geografica nella cartina. (confermo la sera dopo un pò di televisione, dalle 2 alle 4 di notte o lavorato senza spostarmi al PC, alle 4 sono andato a nana al piano sopra, poco prima delle ore 8 sono sceso per proseguire al PC fino alle 10. Ingrandendo si puo’ dedurre dove sia la mia camera, il pc, e pure la stanza con la tv. Il tutto in uno spazio di movimento che è di 30 metri percorribili in vista aerea) Nel mio caso come ben specificato da Google stessa la “Distanza massima dalla località di partenza e’ 0,013 km”

Di seguito riprodotto in filmato registrato, (i tuoi spostamenti live e consultabili on line li trovi premendo qua) si evince chiaramente come Google ad esempio tenga nota esattamente dei miei movimenti effettuati in un centro commerciale. Allargando la cartina riporta pure il nome dei negozi che ho visitato e dal grafico dei tempi di spostamento quanto mi ci sia fermato.

per cui:

Google conosce orario di sveglia, in che stanze ci si sposti. Ma anche quali negozi si visitino, in un centro commerciale, in che ordine, per quanto e con che percorso. Dove si sia andati, come e quanto ci sia spostati in quell’ambiente. Per pur chiuso che sia, senza usare i satelliti da 007 o complesse apparecchiature di sua installazione !

Si può disattivare la funzione (ma chi lo sa che sia attiva) richiamando la pagina che si trova con complesse ricerche. Vero che sono esposti e illustrati i singoli aspetti della privacy a propria tutela ma non richiedendone espressa attivazione  !

Inutile cantar vittoria se non si possieda un telefono Android (sistema operativo per cellulari fatto da google per molti produttori indipendenti). Non essendo difforme per altri produttori di telefoni (APPLE per esempio, con la sua app preinstallata “trovami”) o Microsoft con Windows per tel.cellulari. Oppure con l’uso di programmi su qualsiasi sistema operativo da cellulare  (What’s up per fare un esempio) sempre on line, che posso trasmettere anch’essi la nostra posizione in continuo e ovunque. Ma questi, non danno modo di consultare in modo cosi esplicito e comprensibile, ciò che si potrebbe sapere e verificare di ogni nostro spostamento, anche solo di qualche decina di metri nelle pareti domestiche.

altro articolo in tema

Soccorso al cattivo uso delle tecnologie innovative

Sono contrario per principio che il libero pensiero, lo scambio di opinioni, la cultura in ogni sua forma, per quanto discutibili ed irrazionali, minimamente possano essere regolate da leggi specifiche nuove e diverse da quelle esistenti, già valide per quanto accade nel mondo reale.

Ma come nella realtà debbano essere promosse e scritte, nel modo più semplice e chiaro, inequivocabile ed in ogni nazione, introdotte se il mezzo (la rete ed internet o l’uso di tecnologie innovative) favoriscano il non rispetto di valori largamente condivisi da ogni religione, razza e persona.

In questo senso penso che la pedofilia (per farne solo premessa d’esempio) non sia sindacabile del non essere bandita dalla rete e dall’uso delle innovative tecnologie, senza indugio. Mentre altre, come la droga, le opinioni, la prostituzione, ecc. possano anche (non in me) trovare spazio specifico di vita. Non lo auspico e non è l’oggetto del presente.

Mi riferisco per entrare nel merito, prendendo spunti dalla ricerca in un qualsiasi motore, tipo google o bing, yahoo o altro, a quanto risulta nello scrivere “è vietata la costruzione di armi” (escludendo i costruttori dal vietarlo, fatto discutibile ma opinabile) visto che come risultati appaiono tanti e solo suggerimenti del come costruirle.

Ora, grazie alla tecnologia, questo è solo l’anticamera di un peggior futuro :

http://www.assodigitale.it/2013/11/13/la-prima-pistola-di-metallo-realizzata-negli-stati-uniti-con-una-stampante-3d-e-funzionante-e-mortale/

Questo deve essere bandito a monte da norme e severi divieti e attività di repressione sul territorio, ove tecnologicamente sia favore della rete internet : la produzione di prodotti abberranti

pistola autocostruita
pistola funzionate prodotta con stampate 3d

(mi riferisco al costruir armi, al di fuori del lavoro e norme esistenti, non di certo al mezzo “le stampanti 3d o la rete internet”)

per poter continuare a regolamentarne l’uso (ovviamente con rispetto alle singole posizioni a tutela del possesso difensivo personale che alcuni stati ammettono o per fini di difesa anche militare) Magari incentivando tecnologie come quella della Bresciana Beretta che ne inventa una legata al solo uso dell’arma al legittimo possessore, autorizzandone il funzionamento (impugnazione fisica) a controllo digitale d’impronta. Per portare il positivo innovativo tecnologico, a servizio del bene collettivo e del rispetto dell’offendibilità generica delle armi possano prestarsi, escludendole da cattive mani irresponsabili o incoscienti.

Già in precedenza si era parlato di questo modello autoprodotto: http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/05/04/foto/la_pistola_si_stampa_in_3d_ecco_liberator-58038152/#1

vietare la stampa 3d di armi
vietare la stampa 3d di armi

Coniugare SmartCity nella crisi economica con la cultura

La cultura per risolvere la desertificazione di negozi nei centri cittadini

In chiave innovativa http://youtu.be/qXLFhO9qhTg si trova risposta a problemi emergenti quale la chiusura di attività commerciali cittadine #smartcity

grazie a tre ragazze del profondo “Sud Italiano”: Pamela, Lisangela e Valentina che lo insegnarono, con una loro idea ”nuova apertura” proposta in uno StartUp WeekEnd, di un fine settimana in The HUB a Bari.

vedi https://bruschi.com/per-sfamarci-rubiamo-il-mangime-alle-galline-dalle-ova-doro-del-nostro-pollaio/

dedicato a chi nel vedere sappia sognare

se ti avessero raccontato di un luogo dove “un mobile” lo vedevi, sceglievi e portavi a casa per costruirtelo, non avresti domandato dove fosse. ma si chiama Ikea, ora e’ la volta dell’auto

non è di certo un auto, quella che compreresti
quella vestita di una carrozzeria che ti affascina o spesso ti condiziona ed omologa

dedicato a chi sappia vedere oltre ciò che vede, in quello che potrà essere, nello spirito di condividere e cercare la soddisfazione di fare e costruire, nelle dimensione di se stessi e nel rispetto degli altri e dell’ambiente

OSVehicle – Tabby from OSVehicle on Vimeo.

http://www.osvehicle.com/

La storia non cambia

Il popolo affamato e stremato dai dazi imposti, ormai raccolti come sol dovuti per mantenere la struttura di corte, armata di forconi urla e bussa con forza, sperando di abbattere del castello i portoni.

Studia e sogna come varcare le mura, scavalcando recinzioni o scalando per far non si bene che, mentre si racconta di feste e di orge, di taluno che ha trovato fortuna o peggiore nemico sia diventato nel divenire di corte.

I regnanti di dinastia o eletti anche con le migliori intenzioni dal popolo, son vittime dell’apparato di corte, che è l’unico a godere da sempre ed ancora dei veri privilegi.

Tra loro tutti : regnanti e nobili , vassalli e apparti di corte, ci stannno anche degli onesti che hanno ben compreso il problema, ma difficile è muoversi a palazzo, si narra di divenuti statue a decoro del castello.

La casta composta da burocrati, nobili e apparato di corte non è eleggibile, non sostituibile, per cui chi regna non sta sul trono, ne tra quelli di loro che han capito il problema.

Da tempo il peggio del sistema, compreso il contesto, lancia parte d’alimenti e armi ad altra parte del popolo a ladroni e trafficanti. Seminano il terrore e spadroneggiano al di la delle mura, al fine di coltivare confusione e terrore nemico della possibile invasione della corte.

Dalla grecia si odono grida, dapprima levatesi dall’apparato di corte, ma giungono voci che di quelle terre fossero interessi diversi ad aver decretato la messa a morte del paese e del suo popolo, per cui ora tutto tace o se ne sente a secondo della voce che narra.

I romani si fanno forti, sperando in un qualcuno che si avvicendi al trono di corte, ma nell’attesa il popolo giace dove il villano finisce, senza aver capito che è lui stesso il problema che sostiene la corte.

Per sfamarci rubiamo il mangime alle galline dalle ova d’oro del nostro pollaio

Emerge in ogni riflessione sul nostro patrimonio, vedi la pubblicazione dell’ennesimo articolo che fotografa il kamikaze quotidiano dei tagli ai servizi culturali.
Per questo volentieri “adotto” tre ragazze del profondo “Sud Italiano” di Bari Pamela, Lisangela e Valentina spronandole a dar seguito alla loro idea “nuova apertura” nata nello StartUp WeekEnd a Bari di questo fine settima presso The HUB .
Con la cultura vogliono riportare occupazione e crescita nella nostre desolate e deserte vie cittadine sempre più orfane di negozi.

Soluzioni che si ri.trovano per altri aspetti collegati, nella stessa manifestazione  ritenuta riservata ad iper-tecnologici NERD nativi digitali. Guardando le idee dei ragazzi di LiberaLazione che propongono una via al sostentamento economico ed a Michele Lanubile che ne rendere le emozioni, nel vivere i posti e luoghi con ricercatore romantico.

Per ottenere un complesso di risposte concrete alla “politica ed ai saggi” che la cultura forse l’hanno solo studiata ma forse dimenticata.