Viviamo ogni giorno innovazioni che hanno cambiato il nostro modo di vivere, con molte ricadute anche economiche sulla nostra quotidianità.
Ma è sempre successo cosi. Nel passato impiegavano decenni per essere introdotte.
Abbiamo avuto modo di studiarle a scuola: dal telegrafo senza fili all’introduzione della elettricità. Prodotta o stoccata nelle pile o accumulatori, usata per illuminazione o trazione, per arrivare alla radio e televisione.
Alcune evidenti innovazioni, come il colore in TV o in altre tecnologiche, sono state evoluzione e preclusione di altre funzionali, come la sostituzione del tubo catodico con lo schermo a LED, che ha consentito l’alta definizione e la tri-dimensionalità nelle immagini televisive, creando nuovi mercati e occupazione.
Altre accessorie e di comodità, quali il telecomando che ha favorito il proliferare di canali tematici ed il suo facile zapping, per indurci ad arrivare alla parabola e alla tv on demand, ammazzando tecnologie recenti come la video cassetta, ed il cd a nolo dei film.
Mercati che hanno vissuto una vita breve, divenuti obsoleti nel giro di pochi anni
Hanno introdotto le vere rivoluzioni culturali, nel potere fruire e godere d’immense librerie di contenuti ed intrattenimento, spesso prodotti in diretta per assistere a momenti epocali dal proprio divano: la rivoluzione in Romania, le guerre, le catastrofi, scontri politici e fatti che hanno condizionato il globo con il filtro che l’informazione ha saputo applicare o agire o film che hanno accresciuto il nostri bagagli culturali e di conoscenza.
L’accelerazione dell’innovazione tecnologica supera i tempi di consolidamento
per arrivare a soluzioni d’esigenze fino al giorno prima irrisolte o addirittura non emerse nel consolidare quelle appena introdotte. L’avvento del cellulare ed internet sono solo gli ultimi esempi per come il mezzo innovativo, inteso come prodotto, sia solo lo strumento con cui le masse ed interessi implementano nuove forme di business, intrattenimento e condizionamento della vista quotidiana o la sua stessa evoluzione. Aumento di cultura e conoscenze, che non sempre portano a creare nuovi posti alla velocità in cui rendono desueti altri mercati, in contropartite che non sempre si bilanciano.
La distanza, la fruibilità, la velocità, l’interazione sono stati gli elementi cavalcati per superare barriere, abbattute dallo sviluppo delle tecnologie digitali, rimanendo saldi alcuni principi e vincoli che l’umanità ed il complesso delle cose non riusciva a superare, confinati sul terreno delle caratteristiche storiche o fisiche che governano le relazioni e tutto quanto ne consegue del vivere quotidiano.
Non è solo l’ambito della comunicazione ad esserne fruitore e vittima.
L’avvento nei processi manufatturieri, inizialmente con l’introduzione del controllo numerico e recentemente delle stampanti 3D, affermati strumenti per migliorare l’aspetto produttivo, hanno e stanno rivoluzionando il modo del lavoro fisico e del produrre. Ponendo seri problemi anche di modello, con ricadute sociali, per quella voce che chiamiamo lavoro e fonte del reddito quotidiano di molti abitanti di questa terra, che insieme all’evoluzione dei sistemi di trasporto, contribuiscono oltre a far mangiare in Europa le ciliege fatte in Sud America, minano ulteriormente equilibri contribuendo a delocalizzare il lavoro.
Macchine e strumenti che risolvono aspetti della produzione seriale in grandi volumi della produzione o del soddisfare la prototipazione e la stampa di pochi pezzi personalizzati e riprodotti, introducendo il mercato della dematerializzazione del prodotto.
Rivoluzione della logica del produrre, immagazzinare, spedire, consegnare i prodotti. Ponendoci alle porte di una nuova fase industriale ben riassunta nella frase “se vuoi il mio prodotto ti mando il file e stampatelo” o nell’alimentazione con dispositivi che arrivati a casa sanno e hanno prodotto il cibo adatto alla quantità di calorie consumate nelle giornata, secondo i propri migliori gusti o il fabbisogni di una sana alimentazione.
Molte e tante di queste innovazioni migliorano la vita e moltiplicano possibili scenari futuri.
S’introduce internet delle cose, consci sia l’anticamera della “pratica degli avvisi”. Un telefono Android, di cui s’utilizzi la comoda agenda, è facile avvisi di dover anticipatamente il partire causa un incidente accaduto sul percorso. Ma chi vieta che inviti a fermarsi a acquistare un capo lungo il percorso in offerta o non possa suggerire tutto quanto sia “il preferibile vivere o fare” sulla base dei mi piaci in gusti e preferenze espresse, raccolte e censite dai nostri stessi comportamenti in rete e nei nostri spostamenti, segnali in informazioni elaborabili per arrivare a calcolare il nostro modo di essere ed a consigliare chi votare, cosa comprare, dove andare. Riconoscendogli il ruolo di miglior amico e consigliere, che sa tutto e meglio indirizza noi stessi e la nostra capacità cosciente di vivere, elaborare, pianificare la nostra vita.
La caduta delle monete locali, delle frontiere e la globalizzazione, le connessioni alla rete contribuiscono e portano sempre maggiormente ad abbattere quei confini che vincolano il nostro modo di vivere, conoscerci, parlarci, crescere. Per avere ricadute su noi stessi e chi sta intorno a noi. Restano alcuni baluardi nella differenze culturali e linguistiche, per altro contaminabili nel modo dell’informazione, o degli esodi di massa per fame e lavoro, o da quello globale dei prodotti e della finanza, che ci caratterizzano e differenziano.
Uno di questi aspetti è la lingua parlata, con cui le persone si relazionano.
Forti che una lingua possa essere il riferimento per tutti. Le economie prevalenti che l’hanno propria, sono predominati, quali aggregatori o incroci culturali e politici di tutte le altre. Ma forse anche qui siamo alle porte dell’innovazione tecnologica che tende uno sgambetto alla posizione di rendita, linguistica di alcune popolazioni e territori, travestita da comodità d’uso.
Conosciamo ed usiamo tecnologie che leggono il testo o viceversa, ascoltano e rendendo testuale il parlato. Una semplice applicazione da cellulare riconosce il testo scritto in qualsiasi lingua, consentendoci di leggere nella nostra lingua madre, in tempo reale sul display del nostro telefonino o applicata agli occhiali che indossiamo. La stessa tecnologia suggerisce agli ipovendenti oggetti e riconosce persone. Guidando o controllando meglio di noi stessi le auto o i mezzi con cui ci muoviamo.
La sensazione di poter dialogare, con l’intermediazione di un traduttore simultaneo tecnologico, che è una recente innovazione introdotta in skype, supera ogni fantasia nel renderci liberi di essere cittadini del mondo, interloquire con popoli diversi senza un referente unico, con una modalità diretta ed immediata, non filtrata e non intermediata, non modulata e spesso involontariamente viziata da colui che la diffonde. Consentendo inserire un ulteriore elemento di conoscenza nelle nostre relazioni anche personali.
Il messaggio del Papa potrà essere ascoltato in ogni lingua del mondo in tempo reale al pari del discorso di un rappresentante universale (o di un stato predominante) al cospetto della popolazione della terra. Ma anche di un terrorista o di una madre che piange la morte del figlio o del singolo che dia ragione di uno stato o fatto. Documentando, giustificando e motivando le ragioni che hanno portato a comportarsi in quel modo o in quella situazione, che oggi leggiamo e conosciamo mediate e filtrate da chi le fa conoscere a noi, spesso condizionate da elementi che consentano una sostenibilità propria nel farlo. Ma sopratutto senza che sia una lingua comune a farci da riferimento e non la traduzione diretta tra una lingua e l’altra, ed in tempo reale.
Non è difficile ipotizzare che la tecnologia necessaria stia applicata in una stanghetta nei nostri occhiali o un bottone nel nostro orecchio, per farci capire (ottenere tradotta nelle nostra) ogni lingua in tempo reale. Siamo alle porte del dover affrontare forse una nuova piccola innovazione tecnologica. Si propone di risolvere un esigenza, che produce e sostiene molti posti lavoro dediti alla traduzione delle lingue parlate a scapito di altri nuovi minori in numero d’occupati. Abbatterà un altro ostacolo naturale del processo di globalizzazione e integrazione tra le persone in questo mondo ?
Ogni lingua parlata a portata di ogni ascoltatore, o di chiunque ?
La preview scaricabile per utenti Windows 8.1 di skype translator
http://www.skype.com/it/translator-preview/