Ogni statale “dismesso” non potra’ essere riassunto del suo datore di lavoro, visto che lo stato non assume/ra’ piu’ nessuno. Il lavororatore potra’ occuparsi presso il privato, da cui lo stato comprera’ il servizio che prima erogava in proprio.
Un soggetto privato il cui fine e’ il profitto, per cui a lungo andare a maggior prezzo ed a scapito del reddito del lavoratore exstatale, senza che possa controllare l’efficenza o la qualita’ erogata.
Il privato tendera’ a godere e ricercare tutti i benifici di: deducibilita’ fiscali o elusive e contributivi minori.
Lo stato rischiera’ di ottenere una situazione irreversibile del: pagare di piu’, trasferire ricchezza dallo stato al privato, incassando (per certo) meno contributi e forse meno tasse, ma accollandosi un costo pensionistico in ogni caso.
Probabilmente impoverendo una fetta dei suoi cittadini, che fino ad oggi erano gli unici ad avere un potere d’acquisto certo e maggiore, per cui determinando un PIL sicuramente inferiore.