Immaginate due mondi: da un lato, il regno delle startup, pioniere coraggiose che esplorano territori inesplorati con idee rivoluzionarie. Dall’altro, l’impero delle imprese, fortezze consolidate che dominano il panorama con la loro esperienza e solidità.
Qual è la differenza fondamentale?
Le startup combattono per sovvertire l’ordine stabilito, con modelli di business innovativi e scalabili che promettono di cambiare le regole del gioco. Le imprese, invece, difendono il loro territorio, ottimizzando le loro attività e consolidando la loro posizione nel mercato.
Le startup sono come draghi sputafuoco:agili, veloci e pronte a incendiare il mercato con la loro irruenza. Le loro idee possono essere folli, rischiose, ma il loro potenziale è inestimabile. Se sopravvivono alle prime sfide, possono crescere a dismisura, diventando colossi in grado di dominare il loro settore.
Le imprese sono come leoni maestosi: regnano incontrastate nella loro savana, forti della loro esperienza e del loro potere. Conoscono il loro territorio come le loro tasche e sanno come sfruttarlo al meglio. Non sono avventurose come le startup, ma la loro saggezza e tenacia le rendono avversarie formidabili.
Venture Capital vs. Private Equity: chi finanzia chi?
Le startup, nella loro lotta per l’innovazione, necessitano di alleati: i Venture Capitalist (VC). Questi temerari investitori scommettono su idee coraggiose, fornendo il capitale necessario per farle decollare. In cambio, aspirano a una parte del tesoro che la startup potrebbe conquistare in futuro.
Le imprese, invece, si rivolgono ai Private Equity (PE), saggi consiglieri che le aiutano a crescere e ad acquisire nuove terre. I PE non sono interessati a rivoluzioni, ma a rafforzare il dominio delle imprese già esistenti.
Quale futuro ci aspetta?
La sfida tra startup e imprese è incessante, un duello all’ultima innovazione che alimenta il progresso e la crescita del nostro ecosistema economico. Le startup, con la loro tenacia e il loro ardore, possono cambiare il mondo. Le imprese, con la loro esperienza e solidità, garantiscono stabilità e continuità.
In questo scontro epico, non esiste un vincitore assoluto.
Il futuro appartiene a chi saprà adattarsi meglio alle nuove sfide, cavalcando l’onda del cambiamento e sfruttando le opportunità offerte dalla tecnologia e rivolgendosi, senza essere vittima fagocitato, alle adeguate fonti finanziarie.
E tu, da che parte vuoi stare: Temerario pioniere o saggio imprenditore?
Per chi non lo conoscesse, il MicroCredito, con le modifiche apportate dalla recente legge di bilancio 2024, si appresta ad essere il “supporto regina” per ottenere finanziamenti sia dal sistema bancario che da altri canali, dedicati agli investimenti.
Consente a tutte le microimprese, nuove o esistenti (senza i limiti dei 5 anni di costituzione massima), che rientrano nei limiti della definizione europea (per cui con meno di 2 milioni di fatturato e meno di 50 dipendenti) estendendosi a tutte le forme giuridiche (imprese individuali, società di persone, SRLS e SRL), di ottenere il denaro che precedentemente era limitato solo al “tirar su la serranda”, ma che oggi diventa lo strumento per “crescere per sempre” investendo in azienda.
A chi interessa principalmente?
Il microcredito diventa “de facto” il socio auspicato da molte microimprese, che costituiscono il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, per rilanciarle da una situazione stagnante. Fornisce un supporto senza l’onere di una governance imposta o la richiesta di dividendi, ma con l’impegno di rendere fruttuoso l’investimento ottenuto tramite il microcredito. Le garanzie richieste non comportano l’ipoteca della casa o vincoli di altri beni reali, sollevando ulteriori considerazioni tecniche e giuridiche non oggetto del presente.
Cosa può offrire a tutti?
E’ applicabile anche per le imprese non ancora costituite o costituite, trovando spazio anche nell’interesse delle amministrazioni locali, che mirano a radicare nel territorio provinciale le nuove imprese e/o interventi di carattere sociale, come il microcredito per donne che hanno subito violenza o che desiderano reinserirsi nel mondo del lavoro, senza discriminazione di genere.
Ma in pratica, cos’è?
Il microcredito si configura come la richiesta di un mutuo per importi massimi di 75 mila euro (aumetati di 25 mila per le sole SRL), con lo stato che garantisce l’80% dell’importo richiesto (riducendosi al 60% per importi superiori a 50 mila euro) e facoltativa richiesta da parte dell’istituto erogante di un garante (esclusivamente parente o soci), solo ed esclusivamente per il residuo importo. L’emissione della garanzia non richiedere analisi di merito e per cui viene emessa in pochi giorni.
L’accesso al microcredito bancario non comporta costi aggiuntivi, poiché al tutor viene riconosciuto l’1% dell’importo solo se questo viene erogato, e la banca trattiene una somma (200/300 euro) per il rimborso delle pratiche di richiesta della garanzia e per il loro processamento.
A quali scopi serve?
Fondamentalmente, si tratta di ottenere un finanziamento, per un importo comprensivo di IVA, adeguato a coprire tutte le spese prospettate. È preferibile che il futuro imprenditore o l’impresa già avviata, partecipi con un contributo del 20% degli investimenti necessari per crescere, riposizionarsi, rinnovare o semplicemente avviare l’attività.
Chi lo eroga?
Oltre al sistema bancario, anche un’impresa privata può erogare il microcredito, rispettando le garanzie statali e le normative dettate per il microcredito (microcredito privato). Questa assume la responsabilità di erogare la somma richiesta, conformandosi alle norme attribuibili all’art 111 del TUB.
Questo spesso comporta un costo pratica maggiore, che può essere significativo, ed è supportato da una rete di operatori, che agiscono spesso come semplici segnalatori o coadiutori d’opportunità, in una zona grigia rispetto all’attività di mediazione creditizia riservata a operatori specifici e registrati.
Qual è il ruolo della Regione Lombardia?
In questo contesto, la Regione Lombardia ha stanziato 24 milioni di euro per sostenere l’iniziativa, aggiungendo ulteriori benefici quali: l’eliminazione totale degli interessi sul 40% della somma ottenuta, rimborsabile a partire dal secondo anno in rate trimestrali, mentre il restante 60% è erogato alle condizioni del microcredito privato accreditato (attualmente al 9% di interesse annuo) per un massimo di 60 rate mensili o equivalenti in 5 anni. Si trattiene un costo pratica del 12% e una premialità riconosciuta da FinLombarda del 20% a fondo perduto per regolarità contributiva e operativa.
Quali sono le limitazioni?
L’intervento della Regione Lombardia limita l’erogazione al 70% immediato della somma richiesta, affidando la corretta rendicontazione delle spese sostenute per ottenere il saldo del 30% restante.
Sorgono perplessità?
Si potrebbero sollevare dubbi sulla natura effettiva del bando e sulla sua trasparenza nell’esecuzione. Considerando che il fondo disponibile è di 24 milioni di euro, con un minimo di 10.000 euro e un massimo di 100.000 euro richiedibili, il numero di imprese beneficiarie può variare tra 2400 e 24000. Sono state introdotte altre condizioni in corso d’opera.
Ci sono insidie e fattori critici?
La valutazione delle richieste avviene attraverso un sistema a punti, con un massimo di 100 punti e un minimo di 60 punti necessari per l’ammissione, ponendo enfasi sui 40 punti relativi al carattere innovativo dell’impresa e dell’investimento proposto. Le richieste sono valutate in ordine di presentazione e affidate a soli tre erogatori accreditati come microcrediti privati. Le pratiche sono proposte da tutor e analisti interni non soggetti a esame o titoli che li qualifichino all’elenco obbligatorio presso la Banca d’Italia come tutor e senza l’assicurazione prevista per legge.
Chi conferma queste informazioni?
Lo scrivente, in qualità di Tutor di un Microcredito Accreditato al bando del 15 Gennaio 2014, è in grado di adempiere al processo di adesione al bando della Regione Lombardia.
Opera in modalità analoga e senza vincoli di sorta o di tempo, come Tutor del Microcredito.gov.it, iscritto alla posizione 754 dell’elenco obbligatorio.
Il mio operare favorisce l’utilizzo e la richiesta di microcredito come strumento per finanziare sia nuove imprese che microimprese già avviate, anche al di fuori del periodo del bando, offrendo una scelta alternativa al sistema bancario o al microcredito privato.
Queste modifiche #influiscono notevolmente sul panorama dei finanziamenti a #persone e #imprese.
Le nuove regole del microcredito rappresentano un passo importante per promuovere l’inclusione finanziaria e sostenere la crescita economica del Paese.
Queste modifiche influiscono notevolmente sul panorama dei finanziamenti a persone e imprese. Vale pena di soffermarsi sulle nuove regole per ottenere un prestito personale e dell’impresa grazie alla formula del microcredito, supportato dalle banche convezionate con l’ente https://microcredito.gov.it
Benefici per Persone Fisiche e Imprese
L’estensione del microcredito anche alle società a responsabilità limitata e l’aumento degli importi massimi finanziabili allargano le possibilità di accesso al credito per categorie precedentemente escluse o con condizioni meno vantaggiose.
Le Novità
Nello specifico, le nuove regole includono:
L’estensione del microcredito alle società a responsabilità limitata, con un limite massimo di 100.000 euro.
L’aumento dell’importo massimo finanziabile per persone fisiche e società di persone, da 40.000 a 75.000 euro.
L’allungamento della durata massima del finanziamento, da 7 a 10 anni.
Benefici per le Persone Fisiche
Le nuove norme rappresentano un’opportunità significativa per individui intenzionati a iniziare o espandere un’attività imprenditoriale. In particolare, l’aumento dell’importo massimo finanziabile e l’estensione della durata del finanziamento permettono di sostenere investimenti più ampi e di gestire meglio le difficoltà iniziali.
Benefici per le Imprese
Anche per le imprese, specialmente per le microimprese che faticano ad accedere al credito bancario tradizionale, le nuove regole rappresentano un’opportunità. L’incremento dell’importo finanziabile e l’allungamento della durata del prestito favoriscono investimenti necessari alla crescita e allo sviluppo dell’attività.
Il Vantaggio della Garanzia del Fondo di Garanzia
Un vantaggio notevole è la conferma della garanzia dell’80% sull’importo finanziato(*) da parte del Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale della Cassa Depositi e Prestiti. Tale garanzia, offerta gratuitamente, non richiede garanzie reali (pegno in denaro o beni, o altre garanzie) anche per il restante 20% o 40% (**).
(*) fino a 50.000 euro, scendendo al 60 % per importi superiori
(**) ad esclusione per le SRL che può essere richiesto anche con reali, ma sempre e solo per il residuo 20% o 40 %
Importanza della Garanzia
La garanzia del Fondo di Garanzia rappresenta un vantaggio unico del microcredito, rendendolo uno strumento particolarmente accessibile per individui e imprese senza sufficienti garanzie per accedere al credito bancario tradizionale.
Il Ruolo Cruciale del Tutor di Microcredito
Le norme del microcredito richiedono che chi desidera accedere a questo tipo di finanziamento si rivolga a un tutor di microcredito. Questo professionista qualificato svolge un ruolo chiave nell’assistere i beneficiari dalla richiesta del finanziamento fino al suo rimborso.
Diversi sono gli approcci del fare impresa nell’ecosistema dell’innovazione.
Raimondo Bruschi scrive:
Ciao, volevo sapere come sta andando lo sviluppo della tua impresa, stiamo sviluppando un prodotto analogo da tempo e desideravo confrontrarmi tra colleghi.
Se mi dai conferma di contatto e un messaggio linkedin ci fissiamo una call.
Risposta:
Volentieri, noi siamo pronti alla exit: SRL costituita, brand name e logo di proprietà, dominio acquisito, sito web realizzato e le 2 app depositate in SIAE …
Ho una offerta e 2 trattative in corso (un Fondo e 2 imprenditori molto noti), ma mai dire mai!
Raimondo Bruschi risponde:
Pardon, pur avendo fatto tutto quanto descrivi, non puntiamo a fare un exit, ma al creare un’impresa innovativa.
Mettendo in pratica un idea, con un reale MVP scaricabile pubblicamente, che continuiamo a far crescere (sviluppando funzioni e friubilità) ascoltando le segnalazioni della community di molteplici sottoscrittori ed Early Adopter con cui ci confrontiamo per soddisfarne le necessità.
Affrontiamo il mercato con le nostre forze, autofinanziandoci fino a che potremo trovare soci sottoscrittori e cedendo quote a puri finanziatori solo se ne avremo necessità inderogabile. Un exit, lo faremo se saremo costretti in favore d’aziende che possano continuare a far crescere meglio la nostra iniziativa.
Crediamo possa essere estendibile l’erogazione in un mercato globale, anche per contribuire a far crescere il deserto che sta intorno a noi, per dimostrare che si può fare e possa avere ricadute occupazionali in questo contesto.
Speravo di potermi confrontare con un competitor locale, per impare dai successi e problemi comuni affrontati e risolti, per crescere insieme.
Per sviluppare il territorio dalle sue eccellenze, generando imprese ed occupazione, bisogna tirarsi su le maniche e darsi da fare. Coinvolgere attori in relazioni, che generano opportunità e lavoro, anche usando il digitale. Inefficace cercare soluzioni effimere nei “portali”, dove non si sà se si parta (per dove) o si arrivi da qualche parte.
Il compito del governo centrale o locale e territoriale, sembra continui a confermare il dar spazio ad azioni di marketing nel digitale (e non solo), con il dubbio che l’ignoranza continui ad essere lo spendere per soddisfare, senza reale beneficio immediato (resa) o futuro (d’investimento) al popolo contribuente, che lo consente con le proprie tasse pagate, il cui fine resti il consenso nella sola arroganza dell’autoreferenzialità.
Recente l’esempio rappresentato dal portale verybello.it . Una grafica e funzionalità dubbia (di cui alle note tecniche) sembra essere frutto della più leggera analisi nel costruire progetti di comunicazione.
Affidandosi ad “esperti consulenti di comunicazione e grafica digitale” forse da tempo fermi su schemi che del coinvolgimento e partecipazione (web 2.0) non hanno conoscenza.
Eleggendolo (con la registrazione del dominio, effettuato a nome degli stessi o riferendosi a utenti stranieri senza lingue aggiuntive, che ingrosseranno i soli 13 Ke già spesi) tra le peggiori storie della rete italiana (ricordiamo italia.it costato 40 Mke): frutto d’esperti e committenti reciprocamente a caccia di cassetto e visibilità, con progetti inutili e da incompetenti, che molti chiamano “portali”, degni di una borsa di studio in Internet dell’anno 2000.
Conferma dell’inutilità di un portali a se stanti nel turismo , lo spunto nel mondo reale già oggetto di un post , e’ evidente dall’analisi d’interesse sulla domanda già esistente, dove si può agire positivamente per costruire percorsi estesi a tutte le attrazioni, naturali e artistiche Italiani.
Per inciso: Dalla analisi infografica della foto allegata, si può dedurre che solo nel momento in cui si vende Sirmione o Venezia , i quali godono di maggiore visibilità e redditività sul turista straniero, si può abbinare la proposta di una visita a Pompei, che come analizzato non sta proporzionalmente nelle prerogative di scelta.
Opportunità che si può cogliere là dove accade, sul pc a casa del turista al banco dell’agenzia, ovunque si colga il sogno di un vacanza in Italia per Expo2015.
Dove, e mentre, si vende la panna montata “a forte domanda” si può cercare di associare il “pane”, per pur buono che sia, in proposte sinergiche d’esplicito bundle o indotto, che se degustato con tecniche indotte potrà divenire cibo quotidiano. Prendere il cliente là dove compra non in una vetrina da presentare tra tante, che è la definizione edotta di un “portale a se stante” nell’accezione del caso.
Tradotto: Non si può sperare di vincere, sperando che il “nostro turista” digitando nel motore di ricerca, a casa sua in NewYork o Cina, sul suo PC “Expo2015” arrivi al “nostro portale” che valorizza la zona, i valori o prodotti gastronomici, ci trovi e preferisca come meta alla cara Sirmione o Venezia, ricordata nelle gondole sulla TV della vicina, cimelio del viaggio che fece in Italia.
E’ possibile ottenere risultati utilizzando il digitale come punto di partenza o di supporto, ma con sforzi e presupporti diversi, conoscendo la rete e i suoi meccanismi, che come per tutti i canali di vendita e promozione deve ragionare e soddisfare la condivisione d’interesse di molteplici attori, dando ad ognuno il proprio carico di sforzo e impegno di promozione, per ottenere una sinfonia di successo, che può avere o trovare da un sito web (o portale) il volano per partire o arrivare.
Per non solo criticare chi fa, ma a testimonianza di come si possa fare :Concretamente realizzato da qualcuno che la rete la conosce https://www.eccellenzeindigitale.it
– trovano spazio le testimonianze filmate, già sinonimo di tradurre investimenti in lavoro e creazione di nuovi patrimoni digitali da utilizzare e diffondere : https://www.eccellenzeindigitale.it/storiedisuccesso
– formazione e opportunità di nuova occupazione e presidio del territorio con una rete d’esperti geolocalizzati e di tutto l’indotto che creino :
ecc.. il sito “eccellezzenzeindigitale” è citato solo per farne un’esempio concreto
Seminare è un attività da sostenere, ma gettare il seme al vento sperando che trovi terreni fertili, è un peccato descritto anche nelle sacre scritture.
Nell´era dei social network anche le quote di mercato apparentemente più sicure possono essere scardinate in poco tempo. Tutti conosciamo Tom Tom, il navigatore Gps per eccellenza che nelle automobili moderne per poche centinaia di euro garantisce di non perdersi nelle città e nelle strade sconosciute. Anche grazie al successo e predominio di mercato, tutti chiamiamo TomTom un qualsiasi navigatore per auto.
WAZE è un´applicazione per smartphone, gratuita, che oltre a offrire delle mappe precise delle località ha aggiunto il controllo della velocità di chi sta navigando per offrire informazioni sul traffico. Atteggiamento del tutto diverso da Tom Tom che raccoglie i dati dalle fonti ufficiali per sapere quando in una strada sono previsti disagi: Waze si accorge che gli automobilisti che precedono hanno rallentato e avvisa. Per capire se il rallentamento è dovuto al traffico chiede agli automobilisti come mai hanno rallentato, e regala punti a chi risponde. Immediatamente, poi, propone all´automobilista un percorso alternativo. La gratuità del software ha permesso di raggiungere un numero consistente di utenti (30 milioni lo scorso novembre) secondo un modello ormai abbastanza diffuso, crescere enormemente nei numeri per poter poi lanciare attività a pagamento.
IL SEGRETO del successo di Waze è l´interazione creata con i singoli automobilisti, trasformandoli da consumatori a produttori di informazioni, creando nuovi spazi collaborativi. Non sarebbe la prima volta che un colosso non riconosce un´evoluzione del mercato in atto e decide di trascurare la novità, come Nokia leader di mercato nei telefoni cellulari nell´era pre smartphone o della Kodak che continuava a stampare rullini nell´era del digitale.
Considerare i social network come un aspetto ludico e non nell’accezzione del web 2.0 capace di creare valore aggiunto è un errore che nessuna impresa può permettersi
L’Italia si sta riempiendo di giovani e meno giovani alle prese con la loro idea di impresa innovativa.
A Brescia una serie di soggetti diversi si stanno muovendo per dare spazio, respiro, visibilità e formazione a chi sta provando l’affascinante percorso di fondare la sua azienda. Le università sono piene di giovani che si presentano a eventi come Startup Weekend, con entusiasmo e voglia di fare. Negli eventi dedicati alle startup c’è sempre la distinzione basilare tra coloro che arrivano per presentare solo un’idea, e coloro invece che hanno già compiuto i primi passi, come la realizzazione di un prototipo nel caso di prodotti fisici o di una versione beta test nel caso di software/applicazioni per cellulari.
Startup weekend è un evento di quelli dedicati esplicitamente a chi ha solo un’idea, solitamente innovativa; molto spesso nel settore internet o mobile anche se non è necessario. Chi presenta la sua idea è una persona che non deve per forza avere le competenze per realizzarla. Anzi, gli eventi per le Startup servono proprio per trovare «i pezzi mancanti» che abbiano le capacità che mancano al fondatore-ideatore.
A chi ha solo un’idea in testa, possiamo dare un consiglio di poche parole: «Brevettala!».
Per ottenerlo non occorre disporre di un prototipo, ma solo sapere come l’oggetto o il sistema deve essere realizzato ed essere in grado di descriverlo. Le caratteristiche devono essere novità e originalità, oltre alla possibilità di diventare un prodotto industriale (quindi non artigianale) e legale. La procedura burocratica potrebbe sembrare complessa, eppure è un’ottima strada per non solo per difendersi ma anche per guadagnare dalle proprie idee. Un brevetto può aiutare a sentirsi liberi di diffondere le proprie idee senza il timore di vederle scopiazzate senza avere alcun profitto.
La premessa di Startup weekend è quella di passare al gradino successivo: gli innovatori sono coloro che oltre ad avere buone idee, riescono anche a realizzarle. Chi non sa come realizzare la propria idea, ha bisogno di qualcuno che faccia parte della sua squadra, un socio nella sua nuova impresa. Spesso sono le persone di cui si circonda l’innovatore a rendere possibile la riuscita della propria Startup. Non basta una visione, serve il lavoro.
Andare a presentare le proprie a eventi per startupper serve proprio a trovare quegli elementi che ancora mancano. Si parte dall’idea, si costruisce la squadra, si comunica. In queste occasioni si dice chiaramente: «Voglio raggiungere questo obbiettivo, e per farlo ho bisogno di…». Al posto dei punti possono esserci competenze, oppure i soldi necessari per l’avvio. Oppure una struttura, un advisor, qualcuno di esperto che possa aiutare la Startup a diventare davvero un’azienda.
Non necessariamente ci si deve proporre a potenziali investitori che prendano una quota importante della società in cambio dei soldi necessari per l’avvio e pagare le prime spese. Una soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi a un’azienda già esistente e iniziare una collaborazione. Il tasso mortalità delle nuove imprese, purtroppo, è altissimo. Gli errori sono comuni: inesperienza, lancio di un prodotto senza aver analizzato il mercato e i potenziali clienti, i primi soldi che se ne vanno per costituire la società e le questioni burocratiche amministrative, le banche che non concedono credito o lo fanno a tassi impossibili per una nuova impresa.
Le Startup nascono ma facilmente anche muoiono e quelle che arrivano agli onori della cronaca in positivo sono una minoranza. Appoggiarsi a un’impresa esistente, farsi “adottare” come abbiamo raccontato nel libro “adotta una Startup” disponibile gratis su internet, è una soluzione che cerca di aggirare gli ostacoli iniziali con l’aiuto di chi ce l’ha già fatta e ha molto da insegnare.
è con viva soddisfazione che registro il Vostro interesse alle iniziative che il Comune di Brescia, all’interno dei progetti in attivazione per la realizzazione di Brescia Smart City, sta avviando sul territorio.
Nel solco di questo progetto si rende necessario convocare per venerdì 26 ottobre p.v. alle ore 17.30 presso la Sala Giunta di Palazzo Loggia, una prima riunione plenaria del Panel di Esperti che analizzerà le Idee Progettuali di Innovazione Sociale per una pre-analisi critica in vista della presentazione degli stessi al Ministero nell’ambito delle iniziative di sostegno alla nuova impresa giovane attivate dal MIUR con il bando dello scorso 5 luglio.
Il ruolo onorifico che siete chiamati a ricoprire assomma in sé valori che la nostra Smart City vuole promuovere con decisione, quali il sostegno concreto della creatività imprenditoriale, il patto generazionale d’impresa, la trasmissione dei saperi e la valorizzazione di un sistema virtuoso che sul nostro territorio possa trovare massima e completa spinta propulsiva per una crescita ispirata a principi di sostenibilità, benessere, partecipazione.
Nel ringraziare tutti quanti per la gradita adesione, l’occasione mi è propizia per salutarvi con vivissima stima.