Bresciaoggi.it, lunedì 28 Gennaio 2013
INTERNET, pagina 7
Equivoci in rete, ecco come venite classificati sul web e-mail
Raimondo Bruschi
servizi-internet.eu
Se siete titolari di un ristorante, o di qualsiasi altra attività commerciale, di certo vi piacerebbe poter mandare un messaggio pubblicitario del tipo «Il tuo amico Mario è già stato da noi, chiedigli che cosa ne pensa». Le implicazioni del lancio del Graph Search, ovvero il nuovo motore di ricerca di Facebook, il social network più grande del mondo, sono moltissime. Chi investe in pubblicità on line negli ultimi anni lo ha spesso fatto utilizzando Google. Chi cerca un determinato libro, e vuole comprarlo on line, è felice di trovare immediatamente un negozio provvisto di quell´oggetto. Il venditore paga Google e sono tutti contenti.
LA PUBBLICITÀ su Facebook non è sempre stata efficace, perché gli utenti usano i social network per svagarsi, condividere opinioni, e molto raramente per cercare informazioni sui prodotti. Facebook è un social network, e il lancio del Graph Search apre una strada soprattutto per la pubblicità sociale. Comprare un biglietto per un concerto o un evento sarà più gratificante, se sappiamo che alcuni dei nostri amici saranno presenti.
Certo c´è un rischio per la privacy. Dovuta principalmente non a quello che l´utente decide, di sua spontanea volontà, di condividere con tutti. Il problema ora sono tutte le volte che, per scherzo o ironia, viene fatto «mi piace» su pagine o fatti che vengono poi male interpretati dall´algoritmo di ricerca. Così si rischia di essere classificati come «uomini a cui piacciono le prostitute», magari perché apprezziamo Pretty Woman. Sul blog http://actualfacebookgraphsearches.tumblr.com è presente addirittura una classifica di impiegati di multinazionali come McDonald che amano il razzismo.
Quindi, da ora in poi, bisogna stare attenti e riflettere su come può essere interpretato il nostro mi piace, anche tra qualche anno e da persone che non ci conoscono per nulla.