L’innovazione non può essere un processo o un computer: è fatto di rischi e non solo di twitter e slogan
Di diritti da difendere e di azioni collettive, di processi distruttivi da gestire e di consenso da cercare. Di idee chiare e porte da sfondare. Di rischi per inseguire la sostanza in dispetto del rispetto delle regole (che innovazione sarebbe se fosse già scritta e stabilità per legge)
Con tanto sudore, pazienza e costanza, per ogni singola impressione che spesso passa inosservata ma fa la differenza .
Bisognerà che gli innovatori diventino più politici, più rilevanti.
Non scendendo in piazza per manifestare, ma in strada per divulgare che il vivere di oggi è la premessa del domani.
Perché se innovare è frutto di cultura sono le scelte un nutrirla e farla crescere.
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